La
base MM
Il pezzo di Metal
Modeles si é dimostrato ottimo per realizzare l'uniforme qui
presentata.
Reduci alle armi
Vista la
situazione drammatica vennero richiamati in servizio decine di ex
ufficiali appartenenti a diversi passati degli eserciti che
combatterono a favore della Repubblica di Genova.
Amputazioni e protesi
In quegl'anni gli scontri sul mare si condivano con cannoni e sciabole,
armi micidiali che non risparmiavano amputazioni agli arti. Le
protesi conseguenti, se si rimaneva vivi, spesso erano ingombranti e
nel caso degli uncini avevano dimensioni significative. Nel caso di
dubbi, si consiglia una visita al Musée de l'Armée dove sono esposte
le protesi usate per gli ufficiali napoleonici.
Uno a
sette
Nel 1800 la popolazione della città era di circa 70.000 abitanti e
il numero dei morti, superò le 10.000 persone.
Origini italiane
Andrea Massena era nato a Nizza nel 1758. Allora la città era nel
territorio dei Savoia e quindi nel Regno di Sardegna. Massena perciò
era di origini italiane
Altri soggetti correlati
Galleria napoleonica
Documentazione napoleonica
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Bibliografia e riferimenti
documentali
- Oberto FOGLIETTA
"DIALOGO SOPRA IL LEGITTIMO GOVERNO POPOLARE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA"
libro secondo. Scritto nell'intorno del 1560 e pubblicato solo nel 1798
in INGHILTERRA.
- Giuseppe MARTINI "STORIA DELLA RESTAURAZIONE DELLA REPUBBLICA DI
GENOVA (l'anno 1814); sua caduta e riunione al PIEMONTE (l'anno 1815)".
Volume unico a spese dell'autore, pubblicato nel 1858.
- Antonino RONCO "L'ASSEDIO DI GENOVA", articolo pubblicato sul
quotidiano il SECOLO XIX in data 4 aprile 2000.
- Antonino RONCO "GENOVA TRA MASSENA E BONAPARTE. Storia della
Repubblica Ligure, il 1800".Pubblicazione a cura della CASSA DI
RISPARMIO DI GENOVA E IMPERIA tramite SAGEP (1988).
- F.G. HOURTOULLE "L'epopee napoleonienne". Histoire &
Collection (1997).
- Carle VERNET, "Uniformi napoleoniche". Tavole a
colori, Bibliothéque de l'Image (2001).
- Riviste TRADITION e FIGURINES.
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Cronaca di un assedio
Terzo e ultimo pezzo dedicato
all'assedio contro la città di GENOVA nel 1800.
La città venne presa in una morsa di assedio con oltre 60.000 effettivi
che non avrebbe lasciato molte possibilità per gli assediati:
gl'Inglesi sul mare e circondati a levante e ponente (le due vie
principali) dagli Austriaci di MELAS.
La presenza sul mare delle navi inglesi comandate dall'Ammiraglio KEITH,
proprio nella rada, impediva ai Francesi due fattori importanti: il
rifornimento di armi e viveri e soprattutto la mancanza di una via
sicura per poter dare il cambio ai soldati.
Mancando forze sufficienti (a febbraio vi era un effettivo di oltre
35.000 uomini), in particolare di ufficiali e sottoposti di
marina, i Francesi chiesero (in alcuni casi imposero) di
presentarsi tutti coloro che avevano indossato un'uniforme durante
il passato della città. I veterani della Marina si fecero avanti con
l'intenzione di difendere la città dall'attacco austriaco (i
Genovesi non andavano molto d'accordo con costoro); facile
piglio fu per MASSENA ricordare loro le angherie subite in passato e
il generale francese sapeva di contare su uomini validi anche se
alcuni di loro erano ormai a riposo da diversi anni.
Gli ufficiali veterani cercarono di mettere a frutto la poca capacità di
risposta disponibile sui bastioni del porto e dai forti circostanti
la città. Mancavano però grossi calibri e le navi inglesi si
posizionavano a distanze di sicurezza che erano note perché, le spie
in città, avevano dato informazioni dettagliate sui calibri
disponibili.
Se gli ufficiali della Marina
della Repubblica tentarono di rompere il blocco in rada, utilizzando
spesso piccole imbarcazioni quasi mai sufficientemente armate, le
batterie di cannoni rimaste tentarono di tenere alla lontana le navi
inglesi e di creare dei corridoi di fuga che però avevano un corto
raggio e non sufficiente per poi dare mare aperto ai fuggiaschi.
L'unica batteria in grado di garantire, con i suoi calibri, il tenere
lontane le navi inglesi era quella della LANTERNA.
Ad aprile si tenta di spaccare, é il caso di scrivere, l'accerchiamento
che negli ultimi due mesi cingeva sempre più la città. Fu lo stesso
MASSENA a tentarci; arrivò a prendere terreno fino al MONTE FASCE e
a spingersi fino a COGOLETO (ponente) dove posizionò il suo
avamposto per poi ristabilire un ideale collegamento con la FRANCIA.
Ciò non bastò e, a maggio, vi fu un ennesimo tentativo da parte di MASSENA
che non sortì cambiamenti significativi. Nell'attesa dell'arrivo di
NAPOLEONE, la città cadde in una carestia senza pari che falciò un
settimo dell'intera popolazione. Il resto della vicenda ormai é stato già raccontato.
Concentrerò il racconto s fatti secondari ma che danno una fotografia
molto precisa di come fosse la vita a GENOVA, e proprio in quei
drammatici giorni.
Le cannonate
I Genovesi seppero prendere con ironia le tempeste di fuoco che le navi
inglesi avevano il vezzo di riversare sulla città alle prime ore del
giorno.
Gli effetti di questi ripetuti cannoneggiamenti furono capaci di
esasperare la stanca e affamata popolazione. Un anonimo signore ebbe
a scrivere che si era risentito degli Inglesi in quanto che avevano
avuto la maleducazione di sparare sul tetto della sua casa una
misera palla da solo 12, 5 libbre mentre, ai suoi vicini, erano
"arrivate" salve da quasi 36 libbre.
Il mito di Bavastro
Giuseppe BAVASTRO fu uno dei personaggi più leggendari tra i militari che
si schierarono con MASSENA e la causa napoleonica.
Marinaio sin dalla giovane età, era un ufficiale della Marina del
Repubblica e combatté con MASSENA, suo amico di lunga data. Compì
un'azione memorabile.
Ogni notte una nave inglese entrava nella rada, indisturbata, a lanciare
alcune bombe sulla città. Contro di essa BAVASTRO armò una
vecchissima galea, la PRIMA, provvista di soli tre cannoni. Su
questa vi imbarcò dei galeotti ai remi e un equipaggio di
coraggiosi, formato tra i veterani della marina, e attaccò senza
remore e indugi la nave nemica. Con le sue cannonate tagliò in due
lo scafo inglese prima che iniziasse la sua pioggia di fuoco sulla
città. Le altri navi inglesi che componevano il blocco, attaccarono
immediatamente la vecchia galea. Ma le sue piccole dimensioni, e
l'abilità nel timonare del capitano, evitarono le bordate inglesi i
quali furono costretti ad attaccare all'antica maniera
dell'abbordaggio. BAVASTRO passò al corpo a corpo, per oltre un'ora
menò di sciabola e replicò di pistola. Alla fine, circondato e solo,
si dovette gettare a mare; fu recuperato da un gozzetto mandato a
cercarlo dal generale MASSENA.
Da quella notte gli Inglesi cessarono quelle terribili incursioni. E
iniziò la leggenda del capitano BAVASTRO.
La fame
Alla fine di maggio non era rimasto più nulla di commestibile. Si diede
fondo a tutto, compresi dolci di ogni sorta. Alla fine della
giornata del 27 di maggio la pavimentazione della città era coperta
dalla carta di migliaia di dolciumi. Si diede alla vendita di tutto:
caramelle, canditi, frutta secca, bombons e praline di cioccolato.
Come ebbe a commentare il gazzettino cittadino "... se non si avesse
nozione dell'assedio, si penserebbe che qui é il paese del ben
godi".
Le donne e i bambini
Furono tra le vittime prime dell'assedio. In Piazza Banchi le donne si
radunarono per aspettare il passaggio del Generale MASSENA. Ed ecco
che arrivò scortato dalle sue guide a cavallo. Le donne si fecero
fitte e minacciarono la guardia del generale. Lo stesso MASSENA
decise di farsi largo tra le popolane che tenevano in braccio i loro
figli piccoli.
Le donne gridavano di arrendersi a MELAS, il generale le fissò con
intensità e queste gli mostrarono le loro creature: molte erano
morte di stenti. MASSENA si sentì il sangue gelare. Non pronunciò
parola, ma molti testimoniarono che giunto al suo quartier generale
scoppiò in un pianto convulso e disperato.
A razioni ridotte
MASSENA impose, e pare vera tale narrazione, che tutto il suo corpo
ufficiali non avesse razioni alimentari aggiuntive se non quelle che
avevano i soldati della sua truppa. Questa razione consisteva in
pane, del formaggio e delle verdure selvatiche. Il vino era
annacquato per poterselo far durare.
Le mucche del console americano
Vennero rubate e il console protestò animatamente con lo stesso MASSENA.
Ancora oggi i colpevoli di abigeato non sono stati scoperti e sono
tutt'ora ricercati dalle forze dell'ordine.
Si avvelena il popolo
Qualche scriteriato si mise a cucinare delle frittelle di verdure la cui
pastella venne fatta con calce e colla animale. Inutile dire quali
effetti mortali ebbero tali "frisceu" (sono le frittelle salate
genovesi, note anche come cuculli).
Traduzioni sbagliate
NAPOLEONE fece intercettare dei messaggeri austriaci che portavano
la notizia, a MELAS, della resa della città e dell'accettazione di
MASSENA delle condizioni offerte. In un primo tempo fu così stupito
da affermare che i suoi traduttori si erano sbagliati nella corretta
traduzione dal tedesco al francese.
I 1700 morti per indigestione
Il generale francese SUCHET si riprese la piazza di GENOVA il 21
giugno. A causa del ritorno Francesi, che quasi a scusarsi
distribuirono cibo in quantità incredibili, questo comportò che
molti Genovesi, pare 1700, morirono per indigestione.
Andrea MASSENA viene ad oggi
considerato come uno dei migliori generali e marescialli che
servirono la causa di BONAPARTE.
Di carattere deciso e allo stesso tempo di un controverso carattere, in
bilico tra l'estremo coraggio e la depravazione morale, fu
sicuramente un vero protagonista dell'ascesa militare del tenente
corso a cui ha dato sempre la sua devozione e fedeltà.
Nell'assedio di GENOVA, per rimanere in tema e non divagare sulla sua
ricca e lunga carriera militare e politica, ebbe un comportamento
decorso e sicuramente più nobile di quanto poi ebbe a fare nel
seguito della sua vita spesso costellata di saccheggi e violenze di
vario genere.
Nonostante ciò, non fu ricordato dai Genovesi quale ufficiale onorevole e
leale; per molti di allora egli sacrificò la città e la popolazione
per garantire al solo BONAPARTE il tempo per accerchiare gli
Austriaci e batterli a MARENGO (14 giugno 1800).
François Bouchot: "Battaglia di
Zurigo, 25 settembre 1799" (1837). WIKIPEDIA free copyright. |