NISE, "work-shop" 2009 – 2021

FIAT ABARTH SPORT SPIDER OT 2000 (Prototipo sigla 139/S)

Piloti Peter MOULD - Chris ASHMORE

1000km NÜRBURGRING, 1967

Ritirati dopo tre giri

Modello di produzione per le edicole, scala 1/43

Marzo 2021

 

Altri soggetti correlati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nise al cinema…

 

 

 

 

 

 

 

 

Segui anche…

 

 

 

 

 

 

Galleria race-car pista

 

Galleria race-car rally

 

Galleria race-car competizioni varie

 

Documentazione race-car

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai loro legittimi proprietari.
Sono qui pubblicati a solo titolo di informazione non costituendo profitto di sorta in tale contesto.

Il senso della bellezza

 Nel 1966 ABARTH iniziò a progettare un motore otto cilindri a V di 2000 cc, nel frattempo fu messo in cantiere un telaio scatolato sulla base di quello della FIAT 850.

 Il motore ebbe tempi di sviluppo lunghi mentre il telaio procedeva più speditamente. L’innovazione del telaio era nelle sospensioni posteriori che erano realizzate con bracci tubolari e non più a triangoli in lamiera stampata.

 La vera novità per il telaio “8C” era la carrozzeria che era stata realizzata per il Progetto n° 131 del settembre 1965, una Sport Spider Prototipo (sigla 139/S), totalmente differente da tutte quelle progettate per la serie OT.

 L’autore di quella veste di alluminio, che sarebbe divenuta una delle più belle ABARTH di sempre, fu Mario COLUCCI; un disegno dalle curve morbide e allo stesso tempo da un anteriore affilato a cui faceva fronte un vistoso parabrezza imposto dai regolamenti agonistici di allora.

 La coda, tronca ma alta e con feritoie di ventilazione, impose un lunotto posteriore verticale il più ampio possibile che era poi chiuso da un secondo cupolino in plexiglass.

 Il motore, a sbalzo, era raffreddato da prese d’aria poste sulla coda ma soprattutto dal “periscopio” molto pronunciato che poteva all’occasione essere montato o tolto.

Il prototipo 139/S aveva un motore (236-A) di 2000cc di 209 cavalli a 7600 giri/min., cambio tipo 102, peso totale della vettura di 663 Kg. e velocità massima 275 Km/h.

 Il primo esordio agonistico fu il 25 settembre del 1966 alla COUPE DE PARIS presso il circuito di MONTHLÉRY pilotata dall’austriaco Johannes ORTNER che si classificò secondo assoluto dietro una FORD GT40.

A luglio 1966, la vettura era ancora presente in Abarth ed immediatamente dopo le ferie, vennero modificati i fari, da tondi tipo Fiat 600, a rettangolari tipo Fiat 127. La modifica fu effettuata da Giuseppe MANERA, il battilastra del reparto ABARTH (Fonte Sergio SECCATORE).

 ABARTH organizzò, nel gennaio del 1967, una sessione di prove del modello spider su cui montò il motore da 2000cc mentre un secondo modello coupé montava l’effettivo motore da 1600cc.

 La vettura con il motore da 1600cc si dimostrò più lenta della già collaudata ABARTH SE 04 con il motore da 2000cc. Lo stesso ABARTH iniziò a non avere più fiducia nel progetto della nuova OT 1600.

 La vettura partecipò a poche competizioni come ufficiale ABARTH, mentre ebbe una vita agonistica meno breve in mano a piloti privati.

 Per Karl ABARTH il progetto della OT 1600 era concluso, la scuderia tornò a puntare sulla SE04 che con il motore centrale e una dimensione/peso più contenuta si era confermata l’auto ufficiale per il 1967 e il 1968.

 

Annalisa, terza moglie di Karl Abarth, a Vallelunga nel 1967 durante le prove dei modelli spider e coupé (Copyright Hachette).

 

Il modello

 Personalmente ritengo che la vettura sia una delle più belle ed eleganti uscite dalle officine ABARTH. La linea moderna e con una aerodinamica estrema, pur se “sfregiata” da un parabrezza degno di un bombardiere quadrimotore, ancora oggi ha un fascino tutto suo.

 Ho trovato il modello su un sito di vendite online, era in perfette condizioni e con una verniciatura quasi ineccepibile.

 Grazie alla produzione artigianale ma di grande qualità delle decal, da parte di un raffinato modellista italiano noto a molti con lo pseudonimo di SPARAPAUNZ, ho potuto così realizzare la versione spider che tentò di partecipare alla 1000 km di NÜRBURGRING del 1967; tentò lo scrivo perché purtroppo l’auto percorse solo tre giri dell’anello infernale per poi mestamente ritirarsi.

 

 

 Pur se in ottime condizioni, il modellino può essere corretto da vari inestetismi e migliorato prima di apporvi le decal.

 Parto con il pianale, che ho colorato in alluminio opaco. Successivamente ho smontato lo scarico e l’ho ripulito dei segni dello stampaggio, dopo di ché l’ho dipinto di bianco opaco.

Il parabrezza posteriore l’ho smontato, con estrema attenzione perché mi pareva molto fragile, per rimuovere il periscopio che ho carteggiato per togliere ogni traccia della verniciatura di produzione e applicare nuovamente il colore con una bomboletta spray.

 Momento delicato è stato il forare il parabrezza anteriore per fissare lo specchietto retrovisore, in metallo bianco, che è di produzione EQUIPE TRON. Nella vettura reale, lo specchietto in originale era quello della FIAT 500 o della 600 FIAT; probabile che quello in foto fosse stato montato perché forse ritenuto meno ingombrante visto che era esterno.

 Le luci anteriori le ho smontate e replicato i due fanali rettangolari realizzandoli con del lamierino opportunamente punzonato, vi ho aggiunto anche le due luci di posizione che erano nella parte piana della fanaleria. A completamento, un tergicristallo a pantografo fotoinciso al posto dell’originale di plastica.

 La fanaleria posteriore l’ho smontata, rifinita dalle sbavature di stampo e verniciata abbondantemente con smalto lucido trasparente.

 Agli interni ho dato nuova vita. Per prima cosa ho sostituito la leva del cambio, aggiunto il sedile per il passeggero, aggiunto i cavi della batteria e arricchito il cruscotto. Per la cronaca: la batteria non era nell’abitacolo… ma va bene dai…

 Infine, ho realizzato i due tappi dei serbatoi e aggiunto le zanche per il blocco del cofano posteriore.

 Nel foglio di decal mancava la scritta “FIAT ABARTH” che ho realizzato con delle lettere trasferibili da 1,5mm, purtroppo il tutto non è in scala ma non esistono trasferibili di dimensioni minori. Un dettaglio che mi ha fatto notare il modellista Luca BARVITIUS, tramite una foto d’epoca, la presenza di una bordatura gialla attorno alla griglia della presa d’aria sul cofano anteriore; dalle foto in bianco e nero non ero stato in grado di notarla e a modello finito è praticamente impossibile realizzarla (griglia inclusa).

 Nel complesso, però, L’elaborazione la considero riuscita e non posso certo non essere soddisfatto di aggiungere questo pezzo alla mia personale collezione ABARTH.

 

 

 

 

 

 

La vettura da me riprodotta prima della partenza (Copyright H-J Roegler).

 Creative Commons License