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NISE, Federico Cavann@ in
Genova "work-shop" 2017 FIAT ABARTH BIPOSTO CORSA TIPO SE018
“MILLINO” Pilota:
Johannes ORTNER Primo di categoria classe 1000 cc. Sesta edizione della gara in salita Castione Baratti-Neviano Arduini, 31 maggio
1970 Elaborazione modello per edicole,
scala 1/43 Ottobre 2017 |
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La classifica I primi tre classificati, nella classe 1000,
furono Ortner, Varese e Bernasconi.
Tutti e tre i piloti sui Abarth 1000. Il primo classificato assoluto fu Mario
Casoni su Abarth 2000 cc. Motore fuoribordo Il “Millino”
montava un motore fuoribordo che permetteva al pilota di avere una guida più
nervosa e impetuosa, tanto amata dai piloti di quel tempo come Merzario e lo stesso Ortner. Lauto tendeva a essere sovrasterzante e
permetteva al pilota una capacità maggiore di controllare l’ingresso in curva
e concedeva agli spettatori una guida funambolica. Un motore infallibile Era un 4 cilindri bialbero preso dalla FIAT
600 che era stato portato a 120 cavalli con 8200g/min. Quanto costava Nel 1970 la vettura era venduta al prezzo di
7.800.000 lire di allora. Altri soggetti correlati |
Due momenti della
gara vinta da Ortner per la classe 1000 (Copyright
sconosciuto) Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai
rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai
loro legittimi proprietari. |
Piccola,
rossa, cattiva con solo 1000 cc Mi è
piaciuta e mi piace ancora: lo confesso a pieni polmoni. Il “Millino”, la biposto codificata SE018 con cui ABARTH
diede ennesima della creatività di Carlo ABARTH e la prova che il motore lo
puoi mettere dove vuoi; se è un’ABARTH la macchina, su cui ci finirà, sarà
sempre vincente. La scocca di questo modello 1/43 è nato per
una produzione variegata, da semplice pezzo per le edicole fino a base per
elaborazioni raffinate e di valore. Il
modello è bello, ci si può lavorare in allegria con poca spesa e tanto
divertimento. Ho deciso di realizzare la versione che vinse la gara parmense
e che fu la prima a cui il “Millino” partecipò
vincendo. Il mio
modello l’ho trovato a una mostra scambio in discrete condizioni. Purtroppo
mi è caduto rovinandosi la vernice sul parafango anteriore destro. Per
piccoli danni come questo riesco a porvi rimedio utilizzando della carta
smeriglia 1200, una bomboletta spray del rosso relativo alla tonalità del
modello. Occorre precisare che per i modelli da edicola, o low cost, le tonalità (o pantoni) possono variare ed essere
cromie non codificate. La soluzione migliore è riprodurre la giusta tonalità
con dei colori base e poi applicarli con l’aerografo. Il tutto però porta via
tanto tempo e, se non si ha una certa pratica, i risultati non sono
esemplari. Il
rosso da me utilizzato è prodotto da TAMIYA, non è identico ma ci si avvicina
notevolmente. Ho
carteggiato la parte dove la vernice era graffiata in profondità, ho
livellato il segno e successivamente ho rifinito con paste abrasive sempre
TAMIYA. Fatto ciò, ho circoscritto una superficie estesa di carrozzeria
utilizzando del nastro da carrozziere. Prima mano di colore spray, fatta
asciugare bene. Secondo passaggio, sempre nastro ma per circoscrivere un’area
ancor più piccola; seconda mano di colore. Ho proceduto con questi passaggi
per altre 3 volte fino a che il colore l’ho spruzzato solo sulla parte
rovinata. Finito ciò, ho rifinito il tutto con pasta di finitura e lucidato
il tutto con crema per carrozzerie. Quello che fa la differenza, alla fine, è
l’olio di gomito e lo stare lì a lucidare e lucidare. Fine. Le
luci anteriori le ho sostituite con quelle in resina di EQUIPE TRON;
sostituito anche il rollbar visto che quello di
serie è di una plastica un po’ triste. Sverniciato e ridipinto lo specchietto
retrovisore che è quello originale. Non serve smontarlo, si può carteggiare
proteggendo prima la carrozzeria intorno. Per
gl’interni sono stato fortunato in quanto il tutto è stato molto semplice e
non ha presentato parti incollate in modo troppo fisico. Alle volte su
modelli così piccoli, spiace dirlo, ci si trova più colla che vernice. I
sedili li ho smontati carteggiati e ridipinti. Per dare quel senso di
morbido, consiglio due passaggi: usare un colore nero opaco di buona qualità
e aggiungervi una piccola quantità di pasta volumetrica (comprate MAIMERI e andate sul sicuro). Le cinture di sicurezza
dettagliate rendono ancora più ricco il modello. Ho sostituito al leva del
cambio, non prima di aver abbassato il supporto della leva stessa se no
avrebbe toccato contro la portiera; anche qui, basta limare per ore e poi
ridipingere il tutto. Ho
sostituito il serbatoio dell’olio e l’estintore, quest’ultimo l’ho auto
costruito con un tondino di Plasticard. Peccato per il motore appena accennato, io
ho aggiunto i fili delle candele e i tromboncini di aspirazione. Ho aggiunto
la staffa di fermo della marmitta, questa dipinta coscienziosamente di bianco
opaco, realizzata con dei semplici pezzi di spillo. Gli
pneumatici li ho a loro volta carteggiati per eliminare la riga di colata
della gomma e per renderli opachi. Sanno meno di modello, credetemi. Una foto dell’epoca
probabilmente scattata a modello appena realizzato (Copyright
sconosciuto) |
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