NISE, "work-shop" 2009 - 2019 RENAULT
17 GORDINI Equipaggio
Jean-Francois PIOT– Jean DE ALEXANDRIS Primi Gruppo 2 e quinti
assoluti 43° RALLYE MONTE CARLO, Gennaio 1975 Elaborazione modello di produzione per
edicole, scala 1/43 Agosto 2019 |
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Solo
1600 cc e 160 cavalli per battere la Stratos La
43esima edizione del RALLYE MONTE CARLO non vide solo il battagliare delle
STRATOS contro le ALPINE RENAULT e le PORSCHE. Al
via si proposero vetture più legate alla serie e con prestazioni minori, come
questa RENAULT 17 GORDINI. Una
vettura dove era stato elaborato il motore per spremere fuori 160 cavalli,
molto pochi rispetto agli oltre 240 che aveva la STRATOS con motore DINO
FERRARI a 12 valvole. La
vettura seppe comunque reggere bene il confronto con le favorite, grazie a
una meccanica semplice e affidabile unita a un peso contenuto la REANULT 17
seppe conquistare il primo posto nel Gruppo 2 e quinta assoluta all’arrivo
della competizione monegasca. La vettura durante una
speciale notturna del rally monegasco (copyright sconosciuto) Il
modello Sono due le ragioni per cui ho scelto di
acquistare questo modello, prodotto per la distribuzione in edicola, e tra
loro decisamente svincolate. La
prima è perché desideravo realizzare un altro modello iscritto all’edizione
del rally monegasco del ’75. La
seconda meno diretta ma con un suo perché. Se
osservate bene la linea di questa vettura, non Vi viene in mente una famosa
concept car di fine anni ’60? No?
Allora guardate la foto sotto e non notate una certa somiglianza? Lamborghini Marzal (foto
it.motor1.com) La Renault 17 Gordini
vista di lato durante il rally, la somiglianza con la Lamborghini Marzal è
evidente (Copyright sconosciuto) È spontaneo
il confronto delle linee delle due vetture: sicuramente la LAMBORGHINI
MARZAL, classe 1967, fu il modello ispiratore della RENAULT 15 e poi della
RENAULT 17 modelli successivi tra il 1969 e il 1974. Ho
sempre avuto la sensazione che in casa RENAULT fossero allora fortemente
ispirati dal lavoro progettuale del grande Marcello GANDINI. Tornando alla descrizione strettamente
modellistica, questa versione non è un prodotto di bassa qualità ma soffre di
alcuni dettagli che, detta fra noi, si sarebbe potuto curare di più senza
aumentarne il costo di produzione. Il
modello si smonta facilmente, essendo una produzione francese le viti di
serraggio hanno l’intaglio a triangolo e non a stella. Il
primo difetto è nel cruscotto, replicato nella versione di serie mentre il
modello in gara ne aveva uno realizzato diversamente al fine di alloggiare un
contagiri e altra strumentazione ma con dimensioni maggiori rispetto alla
serie. La
rollcage è in plastica con elementi uniti in sede di stampa, quindi va maneggiata
con cura al fine di non deformarla. Occorre eleminare le linee di fusione usando
un cutter e riverniciandola in nero semi lucido. Ai sedili occorre tagliare via il poggia
testa, nella vettura reale questi erano assenti. Ho
riutilizzato l’estintore originale: sverniciato, carteggiato per eliminare le
imperfezioni e nuovamente riverniciato di un rosso vivo lucido. L’abitacolo l’ho arricchito dei pedali del
pilota (auto costruiti) e la piastra di protezione dei piedi del navigatore. Per
quanto riguarda le parti esterne, purtroppo i fanali non sono della qualità
migliore e in particolare quelli supplementari; questi ultimi sono difficili
da sostituire ragione per cui ho deciso (ahimè) di lasciare quelli già
montati. I
paraspruzzi in gomma erano presenti su tutte le quattro ruote. Realizzarli non è difficile, basta della
semplice carta dipinta di nero poi incollata con colla vinilica. Si può, in
sostituzione della carta, utilizzare del Plasticard molto sottile. L’incollaggio finale richiede pazienza e
tempo, nel senso che la colla vinilica ha un tempo di asciugatura parecchio
lungo (non meno di 2 ore buone) ma
permette di posizionarli in modo corretto e di dare le necessarie correzioni
in caso di errori. Sul
cofano ho collocato due ganci di chiusura, realizzati con del lamierino e del
filo elettrico; quelli originali erano solo stampati sul cofano e non erano
certo un capolavoro modellistico. Infine, i cerchi, li ho migliorati
utilizzando del colore ad olio per dare la profondità fra le singole razze.
Se vi capitano altri in metallo o fotoincisi, consiglio di sostituire quelli
di plastica presenti nel modello. Ultimo dettaglio, a differenza di altri
modelli elaborati, stavolta non ho aggiunto il finestrino laterale dalla
parte del pilota. Questo per permettere di vedere bene gli interni e le
elaborazioni apportate. Vera la regola che senza il finestrino il modello in
genere non è il massimo, questa volta però sarebbe stato un peccato privarsi
della vista di tanto lavoro di dettaglio. |
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