NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2013 ALFA
ROMEO GIULIETTA T.I. (seconda versione)– 1300. |
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Auto meravigliosa dal passato
dimenticato Molte auto del passato non sono più
ricordate come converrebbe. Ci si dimentica dei loro trascorsi sportivi e per
i posteri rimane spesso una sempre più debole traccia di ciò che furono. Il
modello in scala 1/43 di questa bellissima GIULIETTA T.I., è stata realizzato
senza curarsi di integrarlo con qualche info biografica. Purtroppo vi era, nel fascicolo allegato,
solo una foto da cui ho potuto verificare la targa riprodotta. Per il resto
null’altro. La Giulietta T.I.
al suo esordio nel 1955 L’elaborazione è molto semplice e la può
realizzare chiunque, basta solo procurarsi qualche parte fotoincisa e
aggiungendovi qualche finitura che di certo arricchirà il risultato generale. Gli interni sono semplici ma precisi, la
colorazione può essere ripresa a pennello e con dei colori acrilici. Non uso
gli smalti opachi (tipo HUMBROL)
oppure colori a base di nitro. Il colore aggiunto all’inizio sarà perfetto ma
con il passare del tempo produrrà una reazione chimica che lo farà crepare
frammentandolo (il famoso effetto
“craquelé”, ideale per anticare una tela ma meno indicato per un modellino di
vettura sportiva). Le
vetture di allora non erano soggette a preparazioni ricercate. Molto spesso,
anzi, quanto era presente di serie rimaneva in uso anche in gara. Solo con il
periodo prossimo agli anni 70, le vetture furono sottoposte a vere e proprie
revisioni anche esteriori: sedili, strumentazione, protezioni contro gl’urti
e gli incendi. Quindi, per quanto riguarda gl’interni
della nostra GIULIETTA, si può lasciare tutto quello che è già proprio del
modello Si può magari sostituire il volante (uno di tipo foto inciso, prodotto da EQUIPE TRON), aggiungere una
pedaliera anch’essa fotoincisa e sostituire la leva cambio, a tunnel e non al
volante, tramite uno spillo la cui testa sarà da modellare per avere la forma
del pomo di un cambio. Vedete Voi, usate fantasia e acume verificando prima
di disporre del necessario. I
cerchi li ho rifiniti tramite una lima ad ago, del tipo utilizzato in odontoiatria.
I singoli fori devono essere puliti uno per uno con quest’attrezzo, facendo
però attenzione di allargare i fori mantenendo lo stesso diametro. Lo
scarico della marmitta l’ho sostituito con un tubetto di alluminio e
ridipinto con una tonalità GUN METAL. Il
pianale esterno l’ho dipinto con del colore grigio opaco e poi trattato con
del SILVER utilizzando la tecnica del dry-brush. La
fanaleria anteriore è quella originale, semplicemente ripulita di ogni
traccia di colata e stampo (uso carta
smeriglia da 1200 di grana). Una volta pulita e rimontata, l’ho ricoperta
con del trasparente lucido (acrilico).
Sulla calandra vi ho fissato due fari fotoincisi. Stesso procedimento per la fanaleria
posteriore. I profili
delle portiere e dei cofani li ho evidenziati passando, nelle depressioni,
una mina con grafite molto tenera e poi fissata con del trasparente lucido
acrilico. I
tergicristalli, fotoincisi, li ho messi sostituendo così gli originali in
plastica cromata. L’incollaggio, é conveniente farlo con della
colla vinilica di modo che, durante la fase di asciugatura, si ha tutto il
tempo per poterli posizionare a proprio piacere. Una volta fissati, li ho
ricoperti con del trasparente lucido che previene la formazione di ossido. I
vetri dell’abitacolo sono fissati con dei rivetti posti sul tetto (celino, così si chiama). Per liberare
la “vetratura” da questi rivetti, occorre una punta da trapano che sia di
diametro maggiore rispetto alla testa di ogni rivetto. Con calma e pazienza,
faccio ruotare tra le dita la punta da trapano e così si gratta via la parte
della testa del rivetto senza rovinare il blocco trasparente (in genere è già di suo molto delicato,
con gl’anni poi diventa ancora più fragile). Il
blocco vetri deve essere estratto con calma e senza eccedere nella forza. Una
volta rimosso lo lavo a mano con dello shampoo per capelli; sconsiglio di
pulirlo con della carta da cucina oppure con un fazzoletto di carta. Peggio
se non imbevuti di un qualche detergente a base acquosa. Per quanto possano
sembrare morbidi, questi supporti per la pulizia possono comunque rigare le
superfici trasparenti. Meglio utilizzare, sempre, la classica
pezzuola in daino senza aggiunta di detergenti (se vi capita, fatevene regalare un paio dal vostro oculista). Se
non estraggo il blocco vetri,in fase di pulizia e lucidatura, evito sempre e
comunque l’alcol denaturato dato che questo potrebbe compromettere la
colorazione delle cornici). |
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