La
versione di serie
Quella del 77, che venne
distribuita in Italia, aveva lo specchietto retrovisore laterale da
ambo le parti ma, quello del guidatore, era cromato mentre l'altro
nero verniciato.
In gara dal 75
Il modello
commerciale venne presentato a Monza nel 75 e costava in lire
4.415.000.
Opel
troppo classic
Come pare essere
stato nella storia e nella politica della casa tedesca, anche le
versioni KADETT risultavano sempre tecnicamente in ritardo rispetto
a quanto già presente sul mercato e offerto dalla concorrenza.
Questo deficit si manifesterà con la MANTA 400 del Gruppo B a metà
degli anni 80. Un'auto con ottime prestazioni ma in ritardo di oltre
un anno rispetto alle rivali.
Il mito
"Frustapopoli"
OPEL utilizzava sistemi di comunicazione CB (le radio a bordo per
parlare con il team) prodotti da MOTOROLA e questa aveva installato
sulle vetture un'antenna molto lunga ed estremamente flessibile che,
nei passaggi in curva, oscillava vistosamente dando letteralmente
colpi di frusta sugli spettatori che iniziarono a soprannominarla
l'antenna "frustapopoli".
Mai
fumato
La vettura non fu
mai sponsorizzata da marchi del tabacco, pare per una scelta
d'immagine di OPEL.
GT/E
e senza filtro
Ebbi modo di conoscerla, da vicino, nei primi anni 80. Avevo un
amico che guidava quella del padre il quale ne aveva una con qualche
chilometro di troppo ma preparata per correre; con questa e l'amico
si fecero le prime esperienze su sterrato e fu lui a farmi
apprezzare oltre ai controsterzi anche le sigarette senza filtro.
Altri tempi, altre auto e altri polmoni.
Oggi quell'OPEL chissà che fine ha fatto e io ho smesso
(finalmente!) di fumare.
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Una storia di passione
teutonica
Era il 1975 quando OPEL, guidata da GENERAL MOTORS, decise di scendere
in gara, nei rally, anche in Italia e come pilota scelse il teutonico e
già vincente Walter ROHRL.
La gara di debutto scelta fu il RALLY di SANREMO. La vettura non era certo
nata per le corse e nel suo insieme OPEL aveva puntato a una clientela
classica e non certo corsaiola. E poi vi era da battere il mostro: la
STRATOS.
Quella gara era solo di introduzione a una vettura che comunque, pur
venendo dal concetto di auto di serie, seppe confrontarsi con altre
vetture, di alti livelli, nei due successivi anni. In OPEL, cosa
importante, seppero comprendere che era venuto il momento di puntare a
nuovi traguardi se si voleva anche solo mantenere le necessarie quote di
mercato.
Dicevamo, nel 1976 al RALLYE di MONTE CARLO l'equipaggio ROHRL - BERGER si
piazza al quarto posto assoluto mentre le prime tre sono STRATOS!
Il mondiale marche diede grandi soddisfazioni al marchio tedesco, al punto
che la vettura veniva regolarmente iscritta contemporaneamente nei
gruppi 1, 2 e 4.
Galvanizzata da un anno ricco di soddisfazioni, nel 1977 riecco la KADETT
presente al MONTE CARLO.
Fu un'edizione particolare per OPEL perché al via erano iscritte ventuno
KADETT su un gruppo di centodiciotto vetture, ennesimo record
particolare che si lega a quest'auto.
Occorre dire che la vettura, nel frattempo, era stata evoluta con un
cambio ZF su un motore quattro cilindri a sedici valvole, iniezione
elettronica, quattro freni a disco maggiorati e nuovi set di cerchi in
lega leggera.
Alla gara successiva, RALLY di SVEZIA, la KADETT conquistò il secondo e il
terzo posto assoluti.
Arriviamo al SANREMO dove ORMEZZANO-MEHIOAS si classificarono sesti
assoluti e primi nel gruppo 2.
Il campionato marche si concluse con la quarta posizione dietro a FIAT,
FORD e TOYOTA.
Rimanendo con la memoria a quel 77, vale la pena ricordare le KADETT
preparate da CONRERO (chi ha la mia età si ricorderà le OPEL di serie,
camuffate da rally che avevano la banda parasole con il lettering del
preparatore piemontese e la mitica antenna lunga denominata "Frustapopoli").
Grazie alla OPEL in primis e poi allo schieramento, in diversi paesi
europei, di diversi preparatori ufficiali e non si poterono ottenere tre
vetture diverse come prestazioni: Gruppo1 con 140 cv, Gruppo 2 con 190
cv e il Gruppo4 con 225 cv e un motore molto più sofisticato di quanto
oggi potremmo immaginare e con un peso complessivo del mezzo inferiore
ai 900kg.
GENERAL MOTORS non era molto
d'accordo su una partecipazione agonistica di OPEL KADETT, così OPEL
si creò un team per i fatti suoi e venne chiamato "OPEL DEALER EURO
TEAM" e questo reparto operò fino all'inizio del 1978.
Anche nel REGNO UNITO venne creato il "OPEL DEALER TEAM UK", sotto
la direzione di Tony CASO.
Nel 1977, la versione Gruppo 4 venne impiegata nella Coppa del Mondo (Campionato
Marche, poi) ma a causa di varie problematiche tecniche non si
riuscì a fare a pezzi le STRATOS. Nel campionato tedesco, un gruppo 1
"OPEL DEALER EURO
TEAM" puntò molto sul duo Walter SMOLEJ e Hanno MENNE.
Interessante l'episodio in cui venne coinvolto SMOLEJ, infortunato a un
piede, che quindi assunse il ruolo obbligato di navigatore invece di
driver per alcune gare del trofeo tedesco. Il team decise di ingaggiare ROHRL e un altro
pilota affinché salissero su due auto distinte e partecipassero facendo
figurare i due tedeschi quali piloti singoli iscritti al campionato
tedesco e raccogliere comunque punti. Per tale ragione venne poi
modificato il regolamento che prescriveva che non potevano avvenire
"riorganizzazioni" degli equipaggi facendo risultare i navigatori come
piloti a se. Alla faccia della proverbiale furbizia italiana.
Per la stagione 1978 (per intanto ROHRL era andato in FIAT) OPEL
rivide la sua strategia più seriamente. Invece di puntare tutto sul Gruppo 4, troppo complesso
e oneroso per
le KADETT in tale contesto, per la Coppa del Mondo si decise di
gareggiare con maggiori investimenti nei gruppi 1 e 2.
OPEL rinnovò il suo impegno corsaiolo proponendo una vettura con livrea
diversa: nel 75 era tutta gialla con inserti neri, nel 76 e nel 77 si
propose con il bicolore nero in basso e giallo il resto. Per il 1978
cambiarono i colori di rappresentanza divenendo giallo in basso e bianco
per il resto vettura. Nacque la KADETT GT/E 2 con un motore da 1979 cc
con 115cv e venduta al modico costo in lire di 7.127.000.
I preparatori si scatenarono nuovamente e alla gara di apertura della
stagione '78, MONTE CARLO, ben quarantuno tra serie 1 e serie 2 si
schierarono su un totale di centoventinove iscritti. Altro record di
presenze.
Quella stagione si concluderà con il secondo posto assoluto nel campionato
marche. Ma la bestia era da battere era cambiata: ora vi era anche la
FIAT ABARTH 131 e guidata da ROHRL.
Nel 79 l'impegno ufficiale diminuì con la KADETT dato che OPEL puntava
alla nuova ASCONA che avrebbe preso il titolo di auto ufficiale. Occorre
dire che con il passare degli anni la vettura iniziò un lento
inesorabile declino agonistico anche se tecnicamente era molto
affidabile.
Infine, da non dimenticare, tutte le versione pista che furono realizzate
da decine e decine di officine e preparatori di mezzo mondo. Molte di
queste versioni, opportunamente adattate e corrette per i
circuiti,continuarono a a correre fino ai primi anni 90 e mi ricordo
bene di alcune di esse schierate in gare amatoriali presso il circuito
di VARANO DE MELEGARI (autodromo Riccardo PALETTI).
Per gli amanti della memorabilia rallistica, Thosten THOMALE é un
giovanotto che si occupa con passione di autografi, basta visitare il
suo sito per rendersene conto (www.rallye-autographs.com).
Ovviamente
nel suo sito potrete trovare quello di SMOLEJ insieme al fido MENNE. E
la storia continua.
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La bella tedesca con pochi
ammiratori
OPEL realizzò una vettura che nel corso di oltre
trent'anni, pur se non con vendite da punta estreme, fu un modello
di pregio e competitivo.
Resta però una storia poco conosciuta ai più quella legata al modello
rally. Confesso che ho fatto parte di quei ragazzini che la
confondevano con la rivale inglese FORD ESCORT.
Ma adesso la scopriamo in scala
1/43. Così si presenta il modello di serie. Semplice e pulito e i
vetri, in quello da me acquistato, trasparenti e non rigati. Unico
particolare fotoinciso sono i tergicristalli, troppo poco per essere
numerata e considerata produzione a numero limitato (1999 pezzi,
così dichiara il produttore).
Il modello qui elaborato é prodotto da
TROFEU e dato in distribuzione in vari paesi. In GERMANIA ci ha
pensato la SPEIDEL MODELAUTO che ha preso il pezzo base e lo ha poi
realizzato nella versione SACHS WINTERRALLYES (Limited edition a
1999 pcs.).
Nell'insieme il pezzo é pregevole nella verniciatura bicolore e nelle
decal che sono state usate mentre la riproduzione a tampone é
servita solo per la livrea di base (il
nero della carrozzeria é lucido e non opaco come a volte avveniva da
parte di aziende, ovviamente di automodelli, non sempre attente ai
particolari storici) i dettagli non sono di bassa qualità e in
gran parte sono utilizzabili in sede di elaborazione.
Inizio sempre a mostrare
gl'interni e la relativa elaborazione. Smontato tutto quanto, ho
ricostruito la leva del cambio e il freno a mano.
Nella foto sopra potete notare gli attacchi per le cinture di sicurezza e
quelli per le cinghie che tenevano ferma la gomma di scorta. Altri
fori servono per gli estintori e gli attacchi del rollbar.
Qui in dettaglio il gruppo leva cambio e
freno a mano; maggiore attenzione su quest'ultimo realizzato con
graffetta, filo elettrico e plasticard.
Gli interni delle portiere vanno bene ma
li ho tinti in nero opaco lungo la cornice e con nero lucido per la
parte imbottita. Vi suggerisco di maneggiarli con cura dato che si
potrebbero staccare dal pianale. Ecco la gomma di scorta e relativa
cinghia di fissaggio.
Foto degli interni completati:
estintore fisso (posto dietro il sedile del passeggero) e
quello brandeggiabile (posto in avanti rispetto al
medesimo sedile), piastra di protezione piedi navigatore, piastra a
pavimento per il conducente (quest'ultima proveniente da un
foglio già forato e realizzato in foto incisione). Il rollbar
l'ho arricchito di alcune barre diagonali sul tetto e all'interno e
che erano presenti nella vera OPEL KADETT. Quest'ultimo si smonta
facilmente ma poi é cosa ardua l'operazione inversa che magari é
meglio eseguire con l'aiuto di una seconda persona. Per la
colorazione di questo (anche per evitare l'effetto tutto nero)
ho mescolato dello steel + nero + blue fluo (tutti colori VALLEJO).
Un incidente in fase di
smontaggio: il cerchio si é rotto di netto durante lo smontaggio.
per fortuna avevo un paio di cerchi simili a quelli che usava OPEL e
le sue scuderie. Sono molto delicati quelli montati di serie,
suggerisco di fare molta attenzione in fase di smonta e rimonta.
Sopra il pianale ridipinto poi
trattato con grafite, alla
marmitta ho montato il terminale ottenuto dal solito tubicino di
rame che poi ho dipinto in acciaio lucido (steel + nero + medium
lucido).
Esteriormente, ho aggiunto la
piastra paracolpi sotto il motore, i due ganci anteriori e quello
posteriore per il recupero e soccorso.
I tergicristalli sono quelli originali mentre l'antenna é autocostruita.
I fari supplementari sono stati arricchiti con fanaleria frontale
fotoincisa della RACING 43. |