Le origini dell’UOVO
L'idea e la realizzazione
fu promossa dai fratelli MARZOTTO, la carrozzeria fu
realizzata dalla FONTANA, carrozzeria di PADOVA. Il progetto fu del designer Franco REGGIANI.
Franco REGGIANI non solo fu il designer di questo modello ma di tutte le FERRARI create
su richiesta dei MARZOTTO, quindi dal famoso “Carrettino” fino alla “Uovo”.
Dopo aver lavorato per la Carrozzeria FONTANA, REGGIANI aprì una propria
attività per la progettazione di carrozzerie per auto da competizione. Tra i
vari marchi ricordiamo CISITALIA, MASERATI, STANGUELLINI e TALBOT.
Anche FIAT aerodinamica
Nella foto a fianco, si può vedere la FIAT 1100S che aveva una
carrozzeria a sua volta aerodinamica che anticipava le linee dell'Uovo di
Marzotto.
|
I dati essenziali
Motore
anteriore, longitudinale, 12 cilindri V (60°).
Cilindrata totale 2562,51 cc. Numero valvole 2
per cilindro.
Alimentazione 3 carburatori Weber 32 DCF.
Raffreddamento a liquido
Potenza massima 150 CV a 6500 giri/minuto, portata
poi a oltre 186 CV con tre carburatori. Trazione posteriore. Frizione
monodisco a secco. Cambio in blocco col motore a 5
rapporti + RM. Telaio longheroni e traverse.
Sospensione anteriore: ruote indipendenti, quadrilateri
indeformabili, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici.
Sospensione posteriore: ponte rigido, balestre longitudinali, ammortizzatori
idraulici.
Freni a tamburo. Pneumatici anteriori 5,90-15 – posteriori 5,90-15.
|
Il nome MARZOTTO per
un'auto di alta sartoria
La vettura n° 617,
diciamolo subito, si ritirò.
Non ebbe fortuna e si dovette ritirare
come era avvenuto nell'edizione del 51.
Allora a guidarla, nella livrea blu e
argento, c'era lo stesso MARZOTTO con il numero 410.
Nonostante ciò,
questa strana auto é entrata nel mito delle corse.
Per
saperne di più sulla storia di Giannino Marzotto del suo Uovo
Per continuare...
Il modello
era prodotto dall'EQUIPE TRON. fornito di
fotoincisioni e del solo set per la realizzazione della versione n° 617.
Non tutte le parti erano fotoincise,
come i fanali e le maniglie delle portiere, ma a distanza di anni i fanali in
resina e corona in metallo hanno ancora più fascino e le maniglie un po'
fuori scala datano con eleganza il modello.
In particolare, resta sempre
ammirevole la griglia bombata del radiatore da cui appunto ne derivò il
soprannome di "uovo".
Alcuni dettagli, a distanza di 18 anni, non ricordo se erano in fotoincisione o in
metallo bianco.
La scocca e il pianale portante erano
in metallo bianco, così sedili e interni.
Regalo di Natale da parte di un caro
amico, iniziai la pulitura della scocca a fine 93 ma
poi dovetti interrompere per ragioni di lavoro.
La ripresi
l'anno successivo completando il tutto.
Il kit era di buona qualità e non presentava
problemi di fusione, la scocca era simmetrica e la superficie uniforme tale
da non richiedere carteggiatura e stuccatura in modo massiccio.
La colorazione la feci tramite
bomboletta a base di smalto alla nitro (un vero aerosol tossico per polmoni e
cuore), il resto con colori acrilici (pianale portante, sedili, ecc.).
Del kit utilizzai quasi tutto.
Solo qualche piccola modifica agli
interni e alla fanaleria posteriore.
I problemi maggiori li ebbi nel mettere in equilibrio le ruote, per evitare che
il modello zoppicasse, e nel lunotto posteriore che non coincideva alla
perfezione con l'asola presente nel posteriore.
Purtroppo, allora, non disponevo di sufficiente documentazione come invece oggi é
possibile ottenere con opportune ricerche in internet; vi sono quindi alcuni
errori non voluti, come la lunghezza degli attacchi dei fanalini posteriori o
come le dimensioni delle maniglie delle portiere.
Il modello si é conservato bene: la vernice
non si é crepata (tipico difetto della nitro) e tutto sommato è ancora lucida.
I cerchi non si sono deformati e le
gomme, ungendole con olio di vaselina ogni due anni, non si sono fessurate e
seccate.
Il parabrezza e il lunotto posteriore
si sono opacizzati, purtroppo un grave limite dell'acetato ma si può
rimediare pulendoli a secco con un pennello, un bastoncino con avvolto del
cotone e qualche goccia di pulente per lenti e infine lucidata continua
tramite panni per la pulizia di ottiche.
Si
ringrazia Daniele REGGIANI per una sua personale testimonianza in merito alle
origini del progetto della vettura, concepita da suo padre Franco REGGIANI.
|