NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2009 - 2012
Sottufficiale delle Waffen SS (Unterscharführer)
SS-Panzer-Division "Leibstandarte" |
Pittura e grafica | ||
Il
loro comandante
Inutile attacco senza carburante
Peiper? Un vero criminale! Il
grande freddo
Nessun presidio sanitario in linea Chi
va la?
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Carta delle operazioni dal 16 al 25 dicembre 1944. Le mappe qui riportate sono US ARMY License: US Government document. Printed by the Government printing office. Assumed public domain (PD-USGov-Military). Il cinema degli ultimi 50 anni ha prodotto diverse pellicole dedicate alla Offensiva delle ARDENNE. Ecco i trailer di alcune di queste pellicole. Poco conosciuta questa pellicola prodotta nel 2003 e che in Italia non venne praticamente distribuita: "SOLDIERS AND SAINTS" (Sito ufficiale), consigliato per la semplicità narrativa e la costruzione scenica; prende forte ispirazione dai film di guerra dei primi anni 60 meno teatrali ma più interessati a mostrare il lato umano dei protagonisti, tutti militari ovviamente, della storia narrata. Vale la pena vederselo con calma.
Famoso film del 1965 più per gli errori storici, uniformologici e tecnici presenti che non per la qualità complessiva: i carri armati ben poco tedeschi (post bellici poi...), le uniformi dei G.I. di produzione in uso nella Guerra in Corea, la ricostruzione di un colonnello Peiper biondo e corpulento; il film "LA BATTAGLIA DEI GIGANTI" vantò un ricco cast e diversi spunti narrativi che vennero poi ripresi nel cinema di genere prodotto in Italia alla fine degli anni 60 e 70. Nella sua sfarzosità hollywoodiana merita di essere visto almeno una volta.
E concludiamo con u film
tutto italiano che a suo modo resta un caso a se tra i film di
genere con produzione italiana e datato 1967: "DALLE ARDENNE ALL'INFERNO
(DIRTY HEROES)" per la regia di ALberto DE MARTINO che
vantava un cast non da poco tra cui Daniela BIANCHI e Adolfo
CELI (guarda caso ambedue recitarono in due distinti film della
serie di JAMES BOND).
Le citazioni, a lato destro dell'articolo, sono tratte dal libro di Stephen E. AMBROSE "CITTADINI IN UNIFORME" dallo sbarco in Normandia alla resa della Germania. Ed. TEA 2011. |
Il canto del cigno nero
Fin da settembre sembra che HITLER
avesse ripreso in mano la documentazione del famoso ”Fall Gelb” del
1940, il che conferma che il desiderio di ripetere, col piano delle
Ardenne, le grandi vittorie di inizio guerra. Era prevista una nuova avanzata in profondità
tramite divisioni corazzate, questa volta d'inverno, a cui sarebbe
seguita una sanguinosa
sconfitta inflitta agli statunitensi e un secondo
accerchiamento dei britannici in BELGIO. Poiché il territorio era montagnoso e coperto da foreste, e quindi apparentemente poco adatto per un attacco corazzato in forze, HITLER contava su un decisivo effetto di sorpresa per ottenere alcuni clamorosi successi iniziali, che avrebbero dovuto creare il caos nella lenta e macchinosa catena di comando Alleato e scioccare il debole (secondo HITLER) morale delle truppe statunitensi.
"Avevamo carburante
sufficiente per avnzare di appena 50 chilometri". Le Waffen SS furono troppo solerti a mettere in pratica "le concezioni hitleriane a favore di una offensiva rapida e vigorosa" (asserzione Wikipedia), ancora forti di una certa spocchia militare che aveva in troppe occasioni dato risultati insperati di fronte ad obiettivi ardui se non impossibili. Resta nelle cronache, di allora, la veloce avanzata del colonnello Joachim PEIPER, che seppe muoversi con una rapidità incredibile anche se questa penetrazione verso il nemico non teneva conto delle perdite di uomini e mezzi (numerosi i carri colpiti o guasti che venivano abbandonati lungo le strade delle ARDENNE per mancanza di pezzi di ricambio e assistenza adeguata). Numerosi furono gli episodi brutali, contro civili belgi e soldati statunitensi catturati (strage di MALMEDY), che nelle aspettative di HITLER avrebbero dovuto costituire il modello della condotta offensiva tedesca nelle ARDENNE. Documentazione fotografica di allora, e scattata dagli stessi Tedeschi, mostra ancora oggi che ogni limite comportamentale e morale era stato oltrepassato. I soldati tedeschi, purtroppo, non persero l'ennesima occasione per mostrare il loro avvelenato spirito di combattenti prossimi alla disfatta, anche se alcuni soldati americani testimoniarono che soldati nemici, dell'Heer, seppero comportarsi in modo corretto e umano in molte occasioni.
"Strisciai fino al carro
[armato]. Un carrista americano sporgeva dalla torretta gravemente
ferito. Lo tirai giù e lo trascinai in un fosso e li cercai di
soccorrerlo".
La confusione iniziale tra gli statunitensi fu accresciuta anche dall'azione di piccoli gruppi di commando nemici travestiti da statunitensi ed equipaggiati con armi e mezzi Alleati (denominata operazione “GREIF” e coordinata dal famoso colonnello Otto SKORZENY) che, interrompendo le comunicazioni, alterando la segnaletica stradale e compiendo azioni di sabotaggio alcune fin folkloristiche, provocarono ritardi e difficoltà nei trasporti di truppe e un clima di insicurezza tra i soldati Alleati. Per alcuni giorni i comandi Alleati mostrarono una certa confusione, vennero prese eccezionali misure di sicurezza e si temette per (solo) ipotetici attentati alla vita anche del generale EISENHOWER.
"Perché sparate ai
prigionieri? Perché i Tedeschi combattono con uniformi americane?". In realtà solo una parte del piano di infiltrazione e sabotaggi ottenne qualche significativo successo e, anche se la maggior parte dei soldati tedeschi travestiti scamparono alla cattura, i risultati furono limitati; inoltre altre operazioni diversive e alcuni lanci di paracadutisti fallirono completamente perché questi vennero paracadutati lontani dai punti stabiliti oppure il loro armamento venne caricato su altri aerei e anch'esso paracadutato in altri punti, non certo quelli stabiliti. In particolare la cosiddetta operazione “STOSSER”, condotta dai paracadutisti del tenente colonnello von der HEYDTE alle spalle del settore di ELSENBORN che in un primo tempo allarmò al massimo le retrovie alleate fino a PARIGI, si concluse, a causa di ulteriori errori nei lanci e dell'inesperienza delle truppe (quasi tutti ventenni), con un disastro totale e lo stesso comandante tedesco cadde prigioniero.
"Arrestateli tutti!". L’avanzata tedesca venne frenata a partire dal 20 dicembre e il piano difensivo Alleato raggiunse l’obiettivo di inchiodare i mezzi corazzati nemici sulle ARDENNE dove scarse le vie di comunicazione impedirono il rifornimento necessario. Con l'anno nuovo il tempo sarebbe migliorato e sarebbero potuti ricominciare i passaggi aerei per fermare i corazzati e i convogli tedeschi.
"Ehi, come mai ci sono così
tanti feriti qui? Non li evacuate? ll
28 dicembre HITLER tenne una nuova conferenza generale con numerosi
ufficiali superiori; il Führer nella circostanza ammise che gli
obiettivi dell'offensiva delle ARDENNE, dopo la sconfitta sulla MOSA
e lo sblocco di BASTOGNE, erano ormai irraggiungibili, ma, tenuto
conto che non vi era intenzione di
rinunciare, esaltò i risultati raggiunti e le
pesanti perdite inflitte agli statunitensi; concluse, in un
entusiasmato sbotto delirante di onnipotenza, con l'esposizione di
un nuovo progetto di una pesante controffensiva in ALSAZIA e in LORENA da
cui si aspettava grandi risultati, visto il presunto indebolimento
delle forze statunitensi durante la Battaglia delle ARDENNE.
"Sono stato in questa merda dal D-DAY più dodici e ne ho viste di
tutti i colori, ma non avevo mai visto niente del genere. Voi siete
i migliori, a mio parere".
L'idea base del figurino é stata quella di trasmettere a percezione
del dramma di quel momento e di quella cruenta serie di battaglie:
il freddo, la neve, il senso della sconfitta.
"Quando ricevetti quel
messaggio capii che l'unica possibilità era sganciarsi abbandonando
veicoli e feriti. Di conseguenza il 24 dicembre, alle ore 1:00,
lasciammo tutti i veicoli e cominciammo a tornare indietro". |
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