Lo sbarco in
Sicilia,
un'idea del 41
Venne progettato da Sir Winston Churchill e aveva il nome in codice "INFLUX".
Difese tedesche
all'interno
Le Forze Armate tedesche contarono sulla 15a Div. Panzer Granadier,
sulla Div. Hermann Goering. Decisiva fu l'arrivo ai primi di luglio
di paracadutisti tedeschi che riuscirono a contenere l'avanzata
inglese e americana.
Patton e gl'altri
generali USA
La conquista dell'isola mise in luce i limiti strategici e
tattici del comando americano. Il comandante in capo delle
operazioni, il Generale Alexander, non riteneva ci fossero grandi
capacità da parte dei propri alleati. Per tale ragione la conquista
della parte est, quella più strategica e vicina a Messina, venne
affidata a Montgomery e alla sua 8a Armata.
Italiani vittime
indifese
La popolazione italiana venne sottoposta a bombardamenti e
distruzioni non sempre motivate; vale il caso del paese di Troina
che fu inutilmente ridotto a un cumulo di macerie quando i Tedeschi
lo avevano abbandonato il giorno prima.
Fucilazioni
sommarie
Da quanto risulta dai testi attuali, i Tedeschi in pochi casi
applicarono violenze sommarie sui soldati e sui civili italiani. Nel
caso degli Americani si verificarono comportamenti violenti quanto
mai immotivati come fucilazioni di civili e di Carabinieri durante
la conquista di Gela.
Sempre a proposito
dell'Operazione HUSKY"
|
Bibliografia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943
- 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- F. Carloni "Gela 1943", Ed. MURSIA, 2011.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002
(1960).
- G. Williamson r ill. di R. Volstad "Afrika Korps" Ed. Osprey 1998
(trad. it. DEL PRADO).
|
La campagna nel sud d'ITALIA e le uniformi
tedesche dal 1943
La campagna
nel Sud ITALIA
resta sempre un argomento inesauribile sia per l'interesse storico
sia per quello uniformologico.
Per quanto riguarda la parte delle forze armate Alleate, Stati Uniti
- Regno Unito - Canada, si possono riprodurre molte uniformi in
quanto che molti settori furono forniti di materiale totalmente
inedito.
Per la parte avversaria, pur venendo a mancare e coinvolte le forze
delle WAFFEN SS (che avrebbero sicuramente introdotto l'argomento
"mimetizzazione"), si possono identificare le diverse tipologie
pertinenti l'impiego in zone a clima mediterraneo o tropicale.
Occorre però riportare alcune considerazioni militari, necessarie
per poi entrare nel contesto uniformologico.
Man mano che gli Alleati avanzavano verso MESSINA, i Tedeschi
dovevano controbattere con tattiche di rallentamento e di
logoramento.
La strategia prima del felmaresciallo Albert KESSERLING era quella
di portare via, dall'isola, il maggior numero di truppe e la maggior
quantità di materiale bellico ancora utilizzabile. La Campagna
d'Italia era solo agli inizi e sarebbe durata fino al 45.
Il Generale Alfredo GUZZONI, capo nominale della 6a Armata italiana
e delle forze dell'Asse in SICILIA, non ebbe tale volontà. Anzi, non
ostacolò minimamente la resa delle divisioni italiane ogni qualvolta
se ne presentava l'occasione.
Per GUZZONI, spesso titolato come generale fascista (vedi HISTORY
CHANNEL, documentario sul Generale PATTON) ma che in realtà
era un fervente monarca (come risulta anche dalle memorie di Frido
von SENGER) la guerra era già stata persa dopo la sconfitta
nel nord AFRICA e ancor prima durante la disfatta dell'ARMIR durante la
sacca di STALINGRADO (1942-1943)
Era evidente, secondo quanto lo stesso GUZZONI aveva avuto modo di
dichiarare apertamente anche a KESSELRING, che gli Alleati in
SICILIA avrebbero comunque potuto sconfiggerli (Tedeschi e Italiani)
sia come numero di effettivi sia come materiali e capacità
logistiche.
I soldati italiani erano armati e vestiti con materiale scadente, in
alcuni casi al limite dell'indecenza: scarponi invernali, un misto
di divise e abiti civili laceri e sporchi, fucili logori e pezzi di
artiglieria preda bellica dei Tedeschi nel 40 in FRANCIA (i vecchi e
macilenti carri armati RENAULT). I loro alleati erano messi
un tantino meglio ma in alcuni casi anch'essi mostravano
problematiche di rifornimento adeguato. In particolare, diverse
di queste richiesero soluzioni tempestive. Per esempio, e da qui
nasce l'origine del figurino qui mostrato, le molteplici difficoltà
di rendere operativi circa 30.000 uomini appartenenti ad altri
settori della WEHRMACHT.
Realizzazione scultorea del
figurino
Il soggetto é stato realizzato impiegando parti di diversa
provenienza, opportunamente modificate nella scultura originale.
Pur trattandosi di un semplice fante, non é stata immediata la
soluzione scultorea per la postura desiderata.
Il punto di partenza é stato il busto, di produzione ANDREA
MINIATURES (scenetta con tre soggetti le cui parti anatomiche erano
separate). Spendo due parole di elogio ad un prodotto che risale al
lontano 1989 e che ancora oggi ha tutte le qualità e le
caratteristiche per essere la chiave di volta di un soggetto come il
classico fante tedesco.
Le gambe sono di produzione DRAGON e fanno parte di un set per
artiglieria. Queste, a differenza del busto, hanno richiesto diverse
modifiche per poter essere poi unite al tronco. Anche le braccia
sono DRAGON ma modificate nella quasi totalità delle pieghe. Le mani
sono di produzione NEMROD. La testa é DRAGON a cui ho modificato
naso e occhi, le orecchie le ho realizzate con filo di rame
incollato e poi ricoperto con stucco TAMIYA.
E per completare, l'equipaggiamento che é un misto di ANDREA, DRAGON
e ACCADEMY.
Realizzazione pittorica del
figurino
La colorazione ha richiesto uno studio
uniformologico di dettaglio.
Questo fante proviene da personale
della Marina Militare (KRIEGSMARINE) che era operativo per i
collegamenti con i Balcani e l'Africa.
La giacca non era la classica di
panno e quindi non poteva avere la colorazione feldgrau. Ha ricevuto,
per ipotesi,
una giacca estiva in cotone che con la solarizzazione ha virato
tonalità verso il colore oliva. L'aquila delle forze armate tedesche
é di colore giallo su fondo grigio, il che indica chiaramente che si
tratta di una giubba non di provenienza HEER o DAK.
Il fante ha l'equipaggiamento base a cui ho aggiunto un fucile
automatico Il GW43 (realizzato su base TOKAREV). Durante la ritirata
verso l'ETNA, le truppe di fanteria preferivano sostituire i vetusti
MAUSER 98K con i più potenti fucili automatici (erano quelli in uso
ai parà e arrivarono sull'isola tramite i lanci di rifornimento). La baionetta, che
ha in dotazione, é di tipo corto che non poteva essere inastata
su questi tipi di armi.
|