Galleria 2° Conflitto mondiale
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La battaglia Cherbourg
Se lo sbarco in
NORMANDIA ha lasciato un segno profondo nello sviluppo del secondo conflitto
mondiale in EUROPA, la battaglia di CHERBOURG rappresentò per l'esercito del
TERZO REICH l'ormai oggettiva incapacità di contenere la grande
controffensiva Alleata.
Una controffensiva che era stata pianificata, da CHURCILL e EISENHOWER, sin
dal marzo del 1943.
Questa pagina ha richiesto molto lavoro e molto tempo prima di raggiungere
l'obbiettivo che mi ponevo. Raccontare, anche con occhi emotivi, cosa ha
realmente ha significato nelle strategie di difesa tedesche e cosa invece in
quelle offensive anglo-americane.
CHERBOURG si
affacciava sul mare, con il suo porto e il suo sistema di difesa costituito
da batterie di grosso e medio calibro necessario per contrastare attacchi
navali e tentativi di sbarco (secondo la teoria di VON RUNDSTEDT).
L'operazione "OVERLORD" inizia all'alba del 6 giugno del 1944, nel giorno
del D-DAY. Gli sbarchi avvennero a ondate, sia di uomini sia di mezzi, verso le
spiagge in codice identificate come: GOLD, JUNO, OMAHA, SWORD e UTAH.
Proprio dalla spiaggia di UTAH gli americani puntarono le loro forze verso
ovest in direzione della penisola del COTENTIN, dove all'apice si trovava la
città portuale di CHERBOURG.
Gli americani iniziarono subito a muovere verso
nord-ovest per assaltare, alle spalle, la piazzaforte. Con due divisioni,
comandate dal generale COLLINS (soprannominato "Joe Lampo"), vi era
l'obbiettivo di tagliare in due (fronti contrapposti) le forze germaniche
disposte a difesa della penisola del COTENTIN.
Invece che spingere le divisioni corazzate e di artiglieria verso sud, i
tedeschi tentennarono nella controffensiva con ritardi che furono invece
sfruttati con successo dagli americani.
Il 20 di giugno HITLER nominò SCHLIEBEN quale comandante per la difesa
di CHERBOURG e OCTEVILLE. Lo Stesso SCHLIEBEN sapeva bene che l'avanzata di
COLLINS non poteva essere frenata a lungo, se non per il tempo necessario a
minare il porto e renderlo così inutilizzabile per l'occupazione Alleata.
Tra il 20 e il 26, di quel giugno del 1944, ci furono momenti drammatici.
Nei bunker di CHERBOURG, in prossimità delle batterie tedesche, migliaia
furono i soldati che li si rifugiarono: feriti, dispersi dei vari gruppi di
difesa, lavoratori dell'Organizzazione TODT, personale ausiliario e diversi
civili. Uomini e donne stanchi, stremati da giorni di duri bombardamenti e
di combattimenti corpo a corpo contro i carri armati e i soldati di COLLINS.
Al comandante tedesco non venne concesso, persino dallo stesso ROMMEL,
potere di autonomia e non ebbe la possibilità di tentare azioni diversive
che forse avrebbero maggiormente ostacolato l'avanzare di COLLINS.
Sulla ferma posizione di ROMMEL vi sarebbe molto da discutere, rimandiamola
ad articoli più mirati anche per evitare di dire i soliti "generalismi" del
caso. Resta oggettivo che ROMMEL non contava su una prolungata resistenza
militare della piazzaforte, ma il suo ordine fu causa di una prolungata
resistenza solo passiva che costò la vita a centinaia di soldati dell'ASSE
feriti e in precarie condizioni di salute. Furono alloggiati alla bene e
meglio nelle gallerie del forte.
Queste vennero trasformate in rifugi di fortuna che
resistettero sia ai cannoneggiamenti dal mare sia alle trivelle di
escavazione poste in uso dagli americani proprio sopra le colline e aventi
lo scopo di bloccare le prese d'aria se non di farle crollare, bivacchi per
soldati privi di energie e di munizioni, ospedali improvvisati dove i feriti
per lo più morivano per la mancanza quasi totale di aria pulita. Nonostante
l'ordine di ROMMEL ["...combattere fino all'ultima cartuccia!"] gli scontri
furono condotti in gran parte dagli ufficiali che si appostavano agli
ingressi delle gallerie o nell'antistante di bunker minori. Una resistenza
inutile e sanguinosa che si concluse alle ore 14:00 del giorno 26
giugno: la resa venne ordinata dallo stesso SCHLIEBEN. Forse l'unica
decisione presa in piena autonomia e senza l'influenza di Rommel o di VON
RUNDSTEDT.
La battaglia di Cherbourg in scala
1/35
Ho colto l'occasione di questo articolo per lavorare ad un
progetto che si propone la replica di un momento di quella battaglia.
Non vorrei però ricreare l'inc
Come base di partenza conto di lavorare su quattro figurini, in parte di
serie e in parte modificati al fine di dare realismo e coerenza artistica
alla scena.
Continua...
Alcune informazioni circa le foto
dell'epoca
Nota sui diritti d'autore per le foto: sono
pubblicate per concessione Conseil Régional de Basse-Normandie/National
Archives USA.
In merito alle foto e alle didascalie (caption) relative, vi sono diversi
errori commessi su diversi testi nel corso degli anni. Per esempio, la foto
ultima ritrae il Generalleutnant Karl-Wilhelm von Schlieben mentre (erroneamente)
alcune fonti identificano l'ammiraglio Walter
Van Hennecke.
Da sottolineare che molte delle foto sono tate scattate subito dopo la resa
del 26 e non sempre sono relative alle fortificazioni della sola Cherbourg
(Paul Carell:" Sie kommen!", 1964. superbur SAGGI 2001).
allo stato attuale non mi risultano foto scattate da parte di reporter o
militari tedeschi.
Bibliografia
- G. Rottman - R. Volstad " US Army combat equpiments 1910-1988". OSPREY MIL.
- P. Katcher "The US Army 1941-1945". OSPREY PUB.
- UNIFORMI E ARMI, n.58 del 1996. Ermanno Albertelli Editore.
- MILITARIA MAGAZINE, n.294 2010. Histoire & Collections. |
La battaglia è terminata da alcuni giorni ma ai soldati e al Genio americano
spetta ora il pesante compito di disinnescare le centinaia di bombe e cariche
disseminate nelle gallerie e nella piazzaforte.
Per fare ciò
saranno impiegati gli stessi tedeschi che le avevano collocate.
I Tedeschi si arrendono, alle
imboccature delle gallerie sventolano bandiere bianche. Gli ufficiali escono per
ultimi. Sulla destra, con le mani alzate, un attendente della Marina
(KRIEGSMARINE) tiene il cappello e il soprabito dell'ufficiale suo superiore.
Nelle gallerie la morte era
giunta per molti dei feriti, la causa era l'aria satura di anidride e gas
delle detonazioni. I soldati americani avevano tappato le bocche e i condotti di
aspirazione.
Le lunghe colonne dei prigionieri
tedeschi che lasciano CHERBOURG.
Generalleutnant Karl-Wilhelm
von Schlieben all'atto della firma della resa. |