Operazione HUSKY"
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Bibliofrafia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943
- 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- Andrew Mollo " Le Forze armate della Seconda guerra mondiale", Ist. G.De
Agostini 1982.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002
(1960).
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Le campagne di GRECIA ed ITALIA dal 1942 al 1943
Quando iniziai a realizzare seriamente i figurini del
Secondo Conflitto Mondiale, fu in contemporanea all'incontro con
Antonio VESCINA, scultore e pittore di figurini nonché appartenente
alla corrente figurinista genovese degli anni 80 e 90. Fu anche per
colpa sua che iniziò tutto questo mio appassionato dipingere in scala 1/35. I
figurini realizzati fino ad allora non erano di livello pari alla
mia conoscenza storica relativa al conflitto armato in questione.
Non erano certo pezzi di qualità, solo il frutto di un hobby.
VESCINA rimase comunque compiaciuto di quanto avevo tentato di realizzare
circa i soldati di fanteria tedesca. Il periodo tra il 42 e il 43
aveva visto l'introduzione delle uniformi tropicali che permettevano
colorazioni e varianti in alternativa al solito "feldgrau". E io
maldestramente ci avevo provato a dipingerle con pochi risultati
significativi.
Lui stesso mi suggerì di prendere in considerazione tali uniformi e
di realizzare un soggetto che potesse indossarle, ambientandolo in
Grecia o in Italia.
La fase iniziale del progetto, dato che lui ne avrebbe poi curato la
supervisione scultorea e pittorica, fu appunto quella di un'ipotesi
uniformologica che ponesse in armonia una giacca color sabbia con
dei comuni pantaloni in panno feldgrau, senza dar un contesto troppo
restrittivo rispetto a quanto modellisticamente sarei poi stato in
grado di realizzare. Le prime giacche che vennero prodotte, in
versione tropicale, avevano ancora il colletto in panno feldgrau con
le mostrine sopra cucite, idem le spalline mentre il resto della
giacca era in cotone naturale di color sabbia. A quel tempo i fanti,
che erano stati arruolati fino al 1941, avevano in dotazione ancora
degli stivali invece degli scarponi chiodati; le buffetterie e gli
spallacci in cuoio nero. Il resto dell'equipaggiamento era quello
ordinario in dotazione già dal 1939.
Realizzazione scultorea del
figurino
Grazie all'esperienza di VESCINA potei comporre la figura base,
evitando quegli errori tipici di quando si ha poca dimestichezza con
l'anatomia e i tecnicismi del modellismo. Tronco, gambe e braccia
erano della ANDREA MINIATURES, la testa della VERLINDEN mentre gli
accessori erano DRAGON e TAMIYA.
In un primo tempo il figurino doveva essere a piedi e non con la
bicicletta (TAMIYA), poi pensai che quest'ultima poteva essere un
elemento di arricchimento. Ma c'era un problema: posto il figurino
insieme alla bicicletta, sulla base, si formavano degli spazi vuoti
che erano poco estetici. Pensai a riempirli con pietre e arbusti.
Nacque il problema del bilanciamento generale, la basetta tendeva
ad abbattersi a causa delle pietre che erano vere e che la
sbilanciavano.
Allora decisi di incollarle ai lati di una basetta alta appena 5
centimetri, di riempire i vuoti con del DAS. Alla fine, di base
visibile, restavano meno di 2 centimetri.
Il risultato era piacevole come estetica e meccanicamente,
abbassando il baricentro della scena, aveva la giusta stabilità.
Altro problema che con VESCINA affrontai fu quello del fissaggio del
velocipede. Le ruote e il manubrio erano troppo sottili per poter
mettere dei perni che a loro volta finissero nel terreno o nella
mano del figurino. E allora, come fare? Idea semplice ma efficace:
sul portapacchi della bicicletta incollai l'equipaggiamento del
soldato, tra cui una gavetta. Proprio a quell'altezza misi
un perno orizzontale che andava ad innestarsi nella coscia del
soggetto. Grazie a questa soluzione, il figurino ha potuto
partecipare a diversi concorsi di mezza EUROPA senza per questo
patire centinaia di chilometri in auto e un paio di check-in di
aeroporti. Ancora oggi é nella bacheca, senza danni di sorta.
Realizzazione pittorica del
figurino
So che non scappa, all'occhio anche meno esperto ed attento,
che si tratta di un figurino dipinto agli esordi. Ed é così ma
ancora oggi non disdegno di osservarlo con una certa soddisfazione.
In molti punti la colorazione é granulosa (giacca) e le sfumature
ridotte allo stretto necessario (accessori). Eppure l'insieme é
riuscito, non togliendo nulla del suo valore di pittura amatoriale
anche a distanza di tanti anni. Se posso, allora, mi permetto di
ipotizzare la colorazione che oggi impiegherei e l'uso massiccio di
colori ad olio per dare risalto ai tanti dettagli presenti.
Per la giacca utilizzerei un color
sabbia della LIFE COLOR schiarendolo con bianco uovo (VALLEJO). Lo
stesso colore per la bustina, e non il feldgrau (un verde scuro per
l'85% a cui aggiungere 15% di grigio). I pantaloni dipinti a base
feldgrau vanno bene (vedi miscela sopra) ma con aloni di usura e
sporco realizzati con l'aggiunta di giallo base.
Le buffetterie in color cuoio (testa di moro) schiarito con del
marrone scuro. Stivali neri semi lucidi schiariti successivamente
con un color marrone ad olio passato con lievi drybrush (all'inizio
appare una lucidità che poi diminuisce con l'essiccazione dell'olio
stesso). Maggiore dettaglio e cura nella colorazione del viso
(allora il mio grande limite), aumentando i punti di luce alle
tempie e al mento. Eviterei il solo uso dell'acrilico. Meglio
piccoli ritocchi con del bianco ad olio, ben amalgamato tramite un
pennello triplo zero a pelo corto. Stesso discorso per gli
accessori: più colori di base vivi (il telino mimetico lo ravviverei
con del verde per la versione estiva e non con del marrone in
versione invernale). Ogni dettaglio maggiormente curato e
ombreggiato nei contorni tramite del bruno trasparente ad olio. |