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Bibliofrafia
- Frederic POUVESLE, Tavole a colori relative all'artiglieria a
cavallo della Guardia".
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Cambia la tattica nella guerra
napoleonica
La Guerra Peninsulare Iberica (Peninsular War, come spesso viene
indicata) segnò, dal 1808 in poi, il momento di svolta nelle
strategie militari sia francesi sia dei loro vecchi e nuovi nemici:
gl'Inglesi e gli Spagnoli.
NAPOLEONE voleva completare la sua politica continentale con
l'occupazione militare di SPAGNA e PORTOGALLO, scavallando
direttamente le rispettive monarchie a cui avrebbe sostituito il
comando con i suoi fratelli e con alcuni dei suoi più fidati marescialli.
Nacque, in risposta all'invasione iberica di oltre 120.000 uomini,
il concetto di strategia della guerriglia (termine spagnolo appunto)
che contemplava lo snervamento continuo e metodico delle forze
nemiche regolari.
Il conflitto terminato nel 1814, vide
contrapposte le forze di NAPOLEONE a quelle nazionaliste spagnole
aiutate dalle forze portoghesi e inglesi.
Se si può intendere una guerra come pulita, quella fu la prima
guerra sporca a cui l'imperatore partecipò infognandosi, con la sua
politica continentale, in una palude di costi umani ed economici
senza pari.
L'imperatore che si pose da solo l'alloro del vincitore sul capo
anche di fronte a una sconfitta generale, scappò con tutti gli onori
del caso (gennaio del 1809) da una
SPAGNA sempre più terra di scontri di ogni sorta, dopo che il
Comandante inglese John MOORE aveva dimostrato che si poteva battere il
fronte francese, forte di centinaia di migliaia di uomini e di mezzi, con una
strategia di attacchi e controffensive repentine a cui i Francesi
non erano proprio vezzi.
Una improbabile uniforme?
Il quieto vivere dei massimi esperti, di trombettieri della
Guardia, é scosso da questa uniforme. Posso solo immaginarlo.
L'idea della colorazione rossa e non azzurra, come sarebbe di norma
per un trombettiere della Guardia, nasce dalla valutazione di due tavole di Frederic POUVESLE.
Forse tale colorazione non é mai stata regolamentata, eppure ho la
sensazione che in SPAGNA qualche uniforme fuori standard ci fosse
stata.
Tenuto conto che nel 1811 il regolamento generale riordinò le
uniformi per l'artiglieria e le stesse uniformi dei trombettieri,
non si può fare una esclusione a priori.
A questo punto, quindi, si prenda questo figurino come una bizzarra
interpretazione di molti elementi storici e documentali. Un momento
meno serio (ogni tanto ci sta) e di libera interpretazione.
I pantaloni e il panciotto erano di
provenienza e taglio della cavalleria leggera, vedere cacciatori a
cavallo e ussari. La giacca poteva essere di tale colorazione come
capriccio del comandante di reggimento che desiderava garantire l'estrema visibilità del proprio trombettiere.
Il restante dell'uniforme era proveniente da quelle di ordinanza.
Le spalline, le finiture in oro (per esempio l'aquila imperiale
sullo shakò e sulla giberna, le finiture del cinturone e del fodero
della sciabola), erano costituite in tessuto e parti in ottone. Una
curiosità: la coccarda sullo shakò non sempre era in tessuto
[tricolore] e poteva essere in metallo o persino in altri materiali
colorati simil oro.
Il figurino
Le modifiche apportate al soggetto, prodotto da METAL
MODELES, sono state veramente minime.
Unica parte rielaborata quasi interamente é la testa con shakò, sempre di
METAL MODELES, a cui ho aggiunto le cordelline, i pompon e le
raquette sul lato destro.
La colorazione é completamente ad acrilico tolti i lavaggi ad olio, ha chiesto molta
attenzione in fase di realizzazione delle parti ORO che nella
realtà erano in tessuto e non in ottone o filo di metallo.
Un tessuto color oro é opaco e non ha nessun riflesso metallico di
sorta. Pertanto il colore deve essere realizzato con l'uso di
giallo, bianco avorio, marrone e oro ma quest'ultimo in percentuali
estremamente ridotte.
Ogni parte va prima dipinta con del marrone nocciola (marrone scuro
+ giallo base), poi con la miscela di cui sopra che va schiarita
gradualmente e aggiungendo piccolissime tracce di colore oro puro (anche se vi viene
la tentazione di metterne un po' di più non fatelo: rovinerete il
pezzo!).
Quando questa miscela mi risultava troppo metallica, vi aggiungevo del giallo base
e del trasparente opaco. Il bianco per ottenere le luci finali.
Al termine della colorazione ORO, ho eseguito dei lavaggi con colore
ad olio (bruno trasparente) diluito con un medium sintetico e molto
delicato per evitare di danneggiare l'acrilico sottostante e di
renderlo troppo lucido.
I bottoni sono tutti evidenziati con l'uso di bianco avorio, lavati
abbondantemente con il colore ad olio.
Il colore rosso, utilizzato per questo
pezzo, é una base MAIMERI (90% di rosso primario) che io ho modificato con
l'aggiunta di marrone (5%) e nero (5%), sempre MAIMERI. Poi ho aggiunto
del giallo base (MAIMERI) e bianco avorio (VALLEJO) per schiarire e
ottenere le luci necessarie.
Una serie di considerazioni tecniche personali. Questa
miscela di rosso mi riserva sempre delle sorprese: a volte positive
(vedere
DRAGONE in EGITTO) ma in altri casi controverse che non sono
proprio il massimo per un pittore, anche se non troppo esigente come
me.
Non so per quale chimica ragione, forse la mescolanza di marche diverse, ma
in alcuni casi questo rosso può tendere al lucido; ho provato anche
altre marche e miscele ma pare una caratteristica che si ripete con
tutti. Raramente tale effetto sono riuscito ad eliminarlo se non, in parte,
ripassando il precedente rosso con diverse mani poco coprenti di quello
primario MAIMERI.
Altro effetto negativo é la tonalità mattone (spesso gessosa) che
si forma nel gioco delle ombre. Si può inspessire, ulteriormente,
specie se tendo a scurire la base aggiungendo anche solo del nero,
convinto di correggere la troppa luce quando provo ad estremizzare
la lumeggiatura per assenza
di pieghe naturali. In quest'ultimo caso l'aggiunta di un medium
trasparente, semi lucido, riduce sensibilmente quest'effetto indesiderato. |