Le 330 P4 in scala 1/43:
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Considerare
solo belle, le FERRARI 330 P, é già esaustivo.
Se vi si aggiunge, in questa immediata considerazione, la loro
meccanica semplice ma concretamente tecnologica nelle mani del team FERRARI
non che quelli privati con cui corsero, allora si rivive un'intera
epopea motoristica che nell'arco di due anni fu l'essenza vincente
del marchio modenese.
Si racconta che nel 1966, quando venne realizzata la versione P3,
Enzo FERRARI avesse voglia di dire la sua a quel gigante che
era allora la FORD. Un marchio che con le GT40 era stato dominatore
assoluto nel campionato sport. Era dal 1963 che gli Americani
affilavano le armi contro il cavallino modenese. Furono anni di
sconfitte, come nel 66, di gare in cui non c'era speranza di
vincere.
Ma fu solo nel 1967, con lo sviluppo della successiva P4, che venne
vinto il Mondiale Sport Prototipi.
La sua linea venne disegnata da Piero DROGO e la progettazione
affidata a Mauro FORGHIERI.
In totale i prototipi siglati come 330 P4 furono tre in versione
coupé e uno in versione spider (il cui numero di chassis era 0846).
Uno delle quattro aveva il numero di chassis 0856 e in origine era
dotato di tettuccio per versione coupé.
Arrivò seconda assoluta alla 24 ore di DAYTONA. Poi prima assoluta
alla 1000 km di MONZA e terza alla 24 ore di LE MANS. La gara
conclusiva della stagione e decisiva per la vittoria del titolo
mondiale marche, la 500 miglia di BRANDS HATCH (BOAC 500), il tetto
venne asportato
al fine di ridurre il peso di altri 40 kg.
Il
prototipo n. 0846 é il più famoso dei quattro, vincitore della gara
di 24 ore a DAYTONA, era nato nel 1966 come P3 (foto a lato durante
la 1000 km di MONZA del 66); la vettura prototipo
venne modificata nella carrozzeria e in alcune parti del telaio. Ma
la modifica sostanziale era l'impiego del nuovo motore 12 cilindri
(3 valvole per cilindro) di 3967 cc in grado di erogare una potenza
vicino ai 450 cv. Ulteriore novità fu il peso che, pur se maggiore
rispetto alla versione P3, era sempre non superiore a 800 kg. Le
FORD erano più potenti ma anche più pesanti e meno affidabili.
La P3 era uscita sconfitta dal trofeo marche degli sport prototipi
svoltosi nel 1966. La FORD aveva partecipato con le sue GT 40 che
avevano cilindrate nell'ordine dei 7000 cc e che potevano contare su
un numero di cavalli decisamente maggiore.
La squadra corse della casa americana aveva un budget milionario e
ingaggiato un gruppo di piloti di fama mondiale.
In FERRARI vi erano problemi nei rapporti sindacali e questo influì
sulla continuità nello sviluppo delle P3.
Pazienza, deve essersi detto "Drake" FERRARI. Ma non aspettò che
pochi giorni dalla chiusura del trofeo mondiale per convocare i suoi
migliori uomini: "Stavolta dobbiamo assolutamente farcela a
battere quelli là!".
E nacque un team completo e affiatato, con Mauro FORGHIERI alla
parte progettazione e piloti i cui nomi sono la storia
dell'automobilismo sport prototipi: AMON, BANDINI, PARKES,
SCARFIOTTI, STEWART, VACCARELLA.
Oltre la Scuderia FERRARI altri team privati ebbero il privilegio di
portare in gara i prototipi sia della P3 sia della P4.
Il
1967 consacrò gli sforzi della scuderia modenese. Le sconfitte e le
umiliazioni sportive furono cancellate con una serie di vittorie che
misero ko il colosso americano.
La
prima vittoria alla 24 ore di DAYTONA con la coppia BANDINI/AMON.
Quella gara rimase storica perché tre FERRARI si classificarono ai
primi posti. Seconda fu la 330 P4 di SCARFIOTTI/PARKES (n. 24) e
terza la 412 P di RODRIGUEZ/GUICHET (n. 26), quest'ultima era una
versione della P3 realizzata per le scuderie private. Memorabile la
foto dell'arrivo in parata delle tre rosse, un piccolo tocco scenico
deciso dal Direttore Sportivo Franco LINI e che avrebbe regalato a
FERRARI stesso una delle sue "gioie terribili".
Tra aprile e luglio si sarebbero disputate le gare più importanti e
valevoli per il campionato marche.
Il 25 aprile la 330 P4 vinse la 1000 km di MONZA con la coppia
BANDINI/AMON seguita da SCARFIOTTI/PARKES. Dietro di loro lasciarono
il vuoto dimostrando che FORD e CHAPARRAL avrebbero dovuto sudare
sette camicie per tenere testa al Cavallino. Non andarono bene le
altre due competizioni in programma: a SPA-FRANCORCHAMPS e alla TARGA
FLORIO. Per quest'ultima, in programma a poche settimane dalla morte
drammatica di BANDINI (durante il Gran Premio di Formula 1 di MONTE
CARLO), FERRARI puntava in particolare sul "preside volante" Nino VACCARELLA ma un incidente per distrazione mise fuori gara la
vettura (n. 224).
Di gare rimanevano ancora la 24 ore di LE MANS e BRANDS HATCH. A LE
MANS si classificarono secondi SCARFIOTTI/PARKES e terzi
MAIRESSE/"BEURLYS"; vinsero su FORD MARK IV GURNEY/FOYT.
All'ultima gara
che avrebbe deciso il titolo, BOAC 500, arrivarono secondi assoluti AMON/STEWART
e permisero la vittoria matematica del titolo.
L'anno dopo il regolamento concluse la carriera
agonistica della P4. Andò in archivio il titolo, un drammatico e incredibile
67 a lutto per la scomparsa di BANDINI e KLASS, un drammatico
incidente a Mike PARKES (costretto per anni a smettere di correre).
Nacque però una leggenda senza fine.
Si ringrazia di
cuore Francesco
MORCHIO per aver
gentilmente fornito le foto della FERRARI 330 P3 durante la 1000 km
di MONZA del 1966. Tutti i diritti riservati, secondo i termini di
legge.
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