NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2011

FERRARI 330 P3 & P4
L'EPOPEA FERRARI NEL MONDIALE SPORT PROTOTIPI 1966 E 1967
(a Lorenzo BANDINI: alla Sua modestia, alla Sua competenza, alle Sue vittorie)

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Le 330 P4 in scala 1/43:

Considerare solo belle, le FERRARI 330 P, é già esaustivo.
Se vi si aggiunge, in questa immediata considerazione, la loro meccanica semplice ma concretamente tecnologica nelle mani del team FERRARI non che quelli privati con cui corsero, allora si rivive un'intera epopea motoristica che nell'arco di due anni fu l'essenza vincente del marchio modenese. Si racconta che nel 1966, quando venne realizzata la versione P3, Enzo FERRARI avesse voglia di dire la sua a quel gigante che era allora la FORD. Un marchio che con le GT40 era stato dominatore assoluto nel campionato sport. Era dal 1963 che gli Americani affilavano le armi contro il cavallino modenese. Furono anni di sconfitte, come nel 66, di gare in cui non c'era speranza  di vincere. Ma fu solo nel 1967, con lo sviluppo della successiva P4, che venne vinto il Mondiale Sport Prototipi.
La sua linea venne disegnata da Piero DROGO e la progettazione affidata a Mauro FORGHIERI.
In totale i prototipi siglati come 330 P4 furono tre in versione coupé e uno in versione spider (il cui numero di chassis era 0846). Uno delle quattro aveva il numero di chassis 0856 e in origine era dotato di tettuccio per versione coupé. Arrivò seconda assoluta alla 24 ore di DAYTONA. Poi prima assoluta alla 1000 km di MONZA e terza alla 24 ore di LE MANS. La gara conclusiva della stagione e decisiva per la vittoria del titolo mondiale marche, la 500 miglia di BRANDS HATCH (BOAC 500), il tetto venne asportato al fine di ridurre il peso di altri 40 kg.

 

                    

Il prototipo n. 0846 é il più famoso dei quattro, vincitore della gara di 24 ore a DAYTONA, era nato nel 1966 come P3 (foto a lato durante la 1000 km di MONZA del 66); la vettura prototipo venne modificata nella carrozzeria e in alcune parti del telaio. Ma la modifica sostanziale era l'impiego del nuovo motore 12 cilindri (3 valvole per cilindro) di 3967 cc in grado di erogare una potenza vicino ai 450 cv. Ulteriore novità fu il peso che, pur se maggiore rispetto alla versione P3, era sempre non superiore a 800 kg. Le FORD erano più potenti ma anche più pesanti e meno affidabili.
La P3 era uscita sconfitta dal trofeo marche degli sport prototipi svoltosi nel 1966. La FORD aveva partecipato con le sue GT 40 che avevano cilindrate nell'ordine dei 7000 cc e che potevano contare su un numero di cavalli decisamente maggiore.
La squadra corse della casa americana aveva un budget milionario e ingaggiato un gruppo di piloti di fama mondiale. In FERRARI vi erano problemi nei rapporti sindacali e questo influì sulla continuità nello sviluppo delle P3. Pazienza, deve essersi detto "Drake" FERRARI. Ma non aspettò che pochi giorni dalla chiusura del trofeo mondiale per convocare i suoi migliori uomini: "Stavolta dobbiamo assolutamente farcela a battere quelli là!". E nacque un team completo e affiatato, con Mauro FORGHIERI alla parte progettazione e piloti i cui nomi sono la storia dell'automobilismo sport prototipi: AMON, BANDINI, PARKES, SCARFIOTTI, STEWART, VACCARELLA. Oltre la Scuderia FERRARI altri team privati ebbero il privilegio di portare in gara i prototipi sia della P3 sia della P4.
Il 1967 consacrò gli sforzi della scuderia modenese. Le sconfitte e le umiliazioni sportive furono cancellate con una serie di vittorie che misero ko il colosso americano.
 


                     

La prima vittoria alla 24 ore di DAYTONA con la coppia BANDINI/AMON. Quella gara rimase storica perché tre FERRARI si classificarono ai primi posti. Seconda fu la 330 P4 di SCARFIOTTI/PARKES (n. 24) e terza la 412 P di RODRIGUEZ/GUICHET (n. 26), quest'ultima era una versione della P3 realizzata per le scuderie private. Memorabile la foto dell'arrivo in parata delle tre rosse, un piccolo tocco scenico deciso dal Direttore Sportivo Franco LINI e che avrebbe regalato a FERRARI stesso una delle sue "gioie terribili".
Tra aprile e luglio si sarebbero disputate le gare più importanti e valevoli per il campionato marche.
Il 25 aprile la 330 P4 vinse la 1000 km di MONZA con la coppia BANDINI/AMON seguita da SCARFIOTTI/PARKES. Dietro di loro lasciarono il vuoto dimostrando che FORD e CHAPARRAL avrebbero dovuto sudare sette camicie per tenere testa al Cavallino. Non andarono bene le altre due competizioni in programma: a SPA-FRANCORCHAMPS e alla TARGA FLORIO. Per quest'ultima, in programma a poche settimane dalla morte drammatica di BANDINI (durante il Gran Premio di Formula 1 di MONTE CARLO), FERRARI puntava in particolare sul "preside volante" Nino VACCARELLA ma un incidente per distrazione mise fuori gara la vettura (n. 224).
Di gare rimanevano ancora la 24 ore di LE MANS e BRANDS HATCH. A LE MANS si classificarono secondi  SCARFIOTTI/PARKES e terzi MAIRESSE/"BEURLYS"; vinsero su FORD MARK IV GURNEY/FOYT. All'ultima gara che avrebbe deciso il titolo, BOAC 500, arrivarono secondi assoluti AMON/STEWART e permisero la vittoria matematica del titolo.
L'anno dopo il regolamento concluse la carriera agonistica della P4. Andò in archivio il titolo, un drammatico e incredibile 67 a lutto per la scomparsa di BANDINI e KLASS, un drammatico incidente a Mike PARKES (costretto per anni a smettere di correre). Nacque però una leggenda senza fine.

Si ringrazia di cuore Francesco MORCHIO per aver gentilmente fornito le foto della FERRARI 330 P3 durante la 1000 km di MONZA del 1966. Tutti i diritti riservati, secondo i termini di legge.

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