NISE, "work-shop" 2009 – 2020

ALFA ROMEO GIULIETTA 750 G SPIDER COMPETIZIONE

Pilota Consalvo SANESI

23a edizione MILLE MIGLIA 1956, ritirato

Elaborazione modello di produzione per le edicole, scala 1/43

Maggio 2020

Edizione del ‘56

Alla edizione del ’56 furono iscritte 426 vetture, suddivise in 13 classi in base alle dimensioni del motore che partivano da 750 cc per superare i 2.000 cc. Fu una gara con un ridotto numero di case partecipanti ma fu anche la gara dove Ferrari e Maserati si diedero battaglia.

La scuderia ufficiale Ferrari iscrisse cinque auto: due 290 MM per Castellotti e Fangio, due 860 Monza per Collins e Musso, con un SWB 250 GT per Olivier Gendebien.

Maserati, partecipò con tre vetture ufficiali guidate da Moss con una 350S, Taruffi e Cesare Perdisa entrambi con delle 300S.

Mercedes-Benz schierò 14 300 SL semi private.

 

La vittoria assoluta andò a Eugenio Castellotti su Ferrari 290 MM, secondo Peter Collins su Ferrari 860 Monza e terzo Luigi Musso sempre su Ferrari 860 Monza.

 

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Questo articolo è dedicato ad Alex “Zanna” ZANARDI.

 

 

 

 

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Bellissima, piccolissima, velocissima ma sfortunatissima

 Dire che è bellissima è limitativo. Guardare questa piccola vettura rende sempre tante emozioni. Non solo perché la sua estetica e meccanica sono roba di altri tempi ma perché ne furono realizzate solo 24 (utilizzando come base di partenza delle GIULIETTA SPIDER VELOCE) e una di queste partecipò alla MILLE MIGLIA del 1956, la penultima prima del tragico incidente del 1957 che ne decretò la cessazione.

 Come appunto si diceva, ne furono costruite con un telaio rinforzato leggero, un motore da competizione preparato da CONRERO e una carrozzeria "monoposto" con parabrezza avvolgente.

 La vettura era alleggerita tramite componenti leggeri, tra cui i pannelli della carrozzeria in alluminio, porte e rivestimenti vari. Nota curiosa: le due portiere erano sprovviste di maniglia esterna.

 Il motore era di 1.250 cc, 4 cilindri con carburatori WEBER 40 DCO3, 5 rapporti per una potenza di circa 120 cavalli. Una piccola tigre…

Alcune vetture furono ulteriormente elaborate su richiesta dei singoli clienti, alcune per esempio erano dotate di contagiri cronometrici JAEGER o di un cambio a rapporto ravvicinato parzialmente fuso in magnesio.

 Consalvo SANESI (telaio n. 51, motore n. 1547, Tipo G) prende il via alle 4:25 di mattina. La squadra dell’ALFA ROMEO sapeva, sin dalla partenza, che dentro alla scatola del cambio vi era accidentalmente caduto il dado di un bullone.

 Purtroppo, era troppo tardi per smontare il cambio, e la squadra sperava che il dado restasse buono - buono sul fondo del cambio per tutta la durata della corsa.

 Ad ANCONA, cioè a un terzo di gara, il cambio si bloccò facendo fare una tremenda sbadata alla vettura che si cappottò e uscì di strada. SANESI ne uscirà vivo ma con un polmone perforato e due costole rotte.

 

La vettura di Senesi prima della partenza (Copyright sconosciuto)

 

Il modello

 Tra le produzioni per edicola, di certo, questo è stato uno dei modelli più riusciti e con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

 Uscì intorno al 2006 per una collezione dedicata alle ALFA ROMEO che avevano avuto un passato agonistico.

 Nonostante il modello sia rimasto chiuso in un armadio, per quasi 15 anni, si è conservato perfettamente e la sua elaborazione è stata rapida e quanto mai facile.

 

Il modellino così come era venduto con la sua base in plastica.

 

 Invogliato dal “lockdown” causato dal Covid-19, l’elaborazione mi ha richiesto solo un paio di pomeriggi lavorando con estrema calma e facilitato dall’insieme del modello.

 La parte più complessa dello smontaggio riguarda la parte delle sospensioni anteriori e il blocco cambio sotto cui si nasconde una delle due viti di fissaggio del pianale esterno con la carrozzeria.

 La seconda vita è posta sotto il serbatoio, pezzo anch’esso da staccare con molta calma e con l’ausilio di un bisturi.

 Fatto tutto ciò, il resto è un gioco da ragazzi.

 

 

 I sedili li ho colorati di nero opaco, rendono molto sull’estetica e hanno un effetto finale migliore rispetto al dipingerli con una vernice semilucida.

 Ho sostituito la leva del cambio e aggiunto due pedane in alluminio all’interno, sostituendo dalla parte del passeggero un dettaglio che forse doveva essere la riproduzione di una cassetta di legno (dettaglio la cui ragione mi sfugge totalmente).

 

 

 

Gli interni del modello e una foto dei sedili della versione in scala 1:1

(Foto a destra copyright vetrinamotori.it)

 

 Esternamente ho rimosso le due cinghie di blocco del cofano anteriore che erano dipinte a tampone; quelle nuove le ho realizzate con della semplice carta colorata di marrone cuoio e con l’aggiunta di due fibbie in alluminio.

 I fanali anteriori li ho sostituiti con due EQUIPE TRON del diametro di 3mm.

 

 

 Nonostante il modello si sia conservato bene nell’insieme, purtroppo la cromatura del paraurti posteriore si era sfogliata.

 Ho quindi rimosso il tutto e riverniciato con alluminio lucido. Una volta che era ben asciutto, due poderose mani di trasparente a smalto e lucidatura finale con una tela da 7000.

 Non è venuto al pari di quello anteriore ma nell’insieme si nota poco la differenza fra i due.

 Un ultimo dettaglio, il terminale della marmitta realizzato con un tubicino in alluminio.

 Lucidatura finale, ed ecco realizzato un modello degno delle più quotate collezioni.

 

Una delle 24 vetture prodotte tra il ’55 e il ’56 (Copyright drivetribe.com)

 

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