NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2017

ALPINE RENAULT A110- 1300

Piloti: Giuseppe GIACOMINI e “RO” Romano RAMOINO

Ventesimi assoluti, Sesti categoria Turismo,

Primi di classe 1300 cc

54a Targa Florio, 3 maggio 1970

Elaborazione modello TROFEU

Agosto 2017

 

La classifica

Primo classificato:

Gulf-Porsche 908/03 spider (#12), "Jo" Joseph Siffert - Brian Redman.

 

Secondo classificato:

Gulf-Porsche 908/03 spider (#40, Pedro Rodriguez - Leo Kinnunen.

 

Terzo classificato:

Ferrari 512 S (#6), Nino Vaccarella - Ignazio Giunti.

 

 

 

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La vettura durante la gara (Copyright Enzo Manzo)

 

Il 14 agosto 2017, presso l’Ospedale San Martino di GENOVA, si è spento Giuseppe “Pino” Giacomini, all’età di 82 anni.

 Un uomo profondamente legato al mondo dei motori, prima come meccanico a GENOVA dove si era trasferito da SAN MARINO, poi come pilota vincendo alla TARGA FLORIO (vittoria di classe).

 Al Mugello, nel luglio del 1970, fu vittima di un incidente che gli causò l’amputazione di una gamba,

 Dopo le corse fu concessionario RENAULT e titolare del Team GIADA AUTO CORSE.

 Nell’ultimo periodo della sua vita è stato Presidente onorario del TIGULLIO MOTOR CLUB, associazione di cui è stato uno dei fondatori e per la quale dava seguito alla sua passione anche per le moto

 

 

 

 

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Questione di decal

 Ho trovato, purtroppo, poche informazioni su questa ALPINE A110 che partecipò alla TARGA FLORIO del 1970, guidata dal “genovese” Giuseppe GIACOMINI e recentemente scomparso. Restano, in rete, solo delle foto ricche di dettagli (per fortuna!) e qualche emozione per una bella vittoria conquistata su una piccola vettura in versione stradale.

 Il modello è stato realizzato in onore di questo Genovese, anche se acquisito, che ha saputo essere uno dei tanti grandi protagonisti della corsa siciliana.

 

 La base di partenza del modello stradale, della ALPINE A110 con motore di 1300 cc, è prodotta da TROFÉU.

 La verniciatura era di buona qualità mentre gli interni erano un blocco unico di colla e non è stato possibile separare alcun pezzo.

 Per tale ragione gli interni sono praticamente invariati e li ho elaborati quel tanto per non lasciarli strettamente di serie.

 Vi ho aggiunto un estintore e una cintura di sicurezza “giro vita”; per queste due parti non ho certezza che fossero presenti ma ritengo che vi fossero buone probabilità della loro presenza.

 

 Gli pneumatici sono molto stretti (quello a sinistra è l’originale) e quindi li ho sostituiti con altri un po’ più racing style (quello a destra).

 Non disponendo di cerchi a razze, tipici ALPINE e in uso sulla vettura in gara, ho scelto di tenere gli originali stradali che, alla fine, non fanno una brutta figura (non mi pareva il caso di montare dei CROMODORA in stile FIAT o ABARTH).

 

 Non avendo trovato in Internet un set di decal dedicate alla vettura da me riprodotta, ho provato a realizzarle in proprio. Purtroppo, usando una stampante a getto d’inchiostro casalinga, i risultati non sono stati dei migliori. La pellicola di supporto, trasparente, è risultata molto spessa e là dove non sono riuscito a rifinirla, in sede di taglio con forbici e cutter, se ne nota lo spessore marcato.

 Un altro problema, e non minore, è stata la colorazione dei numeri; in sede di stampa tutto bene. Peccato che poi, una volta trasferita la decal sul modello, la colorazione acquisiva una tonalità grigia e ben lontana dal blu medio con cui i numeri erano dipinti sulle vetture. Ho cercato di rifinirli a pennello ma con qualche dubbio risultato.

La foto sopra mostra le diverse stampe con le diverse dimensioni dei numeri di gara.

 

 Facendo molta attenzione alla foto qui a sinistra, quella della vettura in gara mentre uno dei due piloti cerca probabilmente di mettere a posto un guasto, ho notato che potevo, sul modellino, aggiungere le frecce laterali e il pulsante di stacco della batteria. Detto e fatto! Tutto realizzato con materiale povero.

 Ho provato a eliminare lo specchietto retrovisore, visto che in quella di GIACOMINI E RAMOINO non c’era, ma rimaneva una vera e propria voragine difficilmente eliminabile. Ahimè, questo è uno dei tanti limiti del die-cast elaborato.

 I tergicristalli sono quelli fotoincisi propri del modello.

 

 Il posteriore della vettura è stata la parte più significativa dell’elaborazione.

 Intanto il paraurti, l’ho staccato ed eliminato la parte centrale per ottenere i due paraurti angolari. Dovendo tagliare e rifinire ciascuno di questi, la cromatura originale è andata a farsi benedire e quindi l’ho eliminata riverniciandoli in silver lucido. Verniciatura a cui ho sottoposto anche quello anteriore, per evitare due medesime parti ma con effetti completamente differenti.

 La marmitta l’ho modificata aggiungendo il terminale di scarico realizzato con il solito tubicino di alluminio.

 Ho aggiunto la targa e un fanalino di retromarcia auto costruito con un foglio di lamierino (l’alluminio delle lattine delle bibite è perfetto!) e della vernice trasparente lucida.

 I due ganci per bloccare il cofano posteriore non li ho aggiunti in quanto, pur guardando e riguardando altre foto, ho capito come fossero fatti esattamente. IN questi casi preferisco non aggiungere repliche che magari, dopo, scopro non essere assolutamente simili.

 Resto dell’idea che alle volte, nell’1/43, è meglio togliere che a tutti i costi mettere.

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