NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2011

FERRARI 330 P3/4 Spider
Equipaggio Lorenzo BANDINI & Chris AMON
24 ORE DI DAYTONA, 1a ASSOLUTA (1967)
Elaborazione modello di serie (distribuzione tramite edicole), scala 1/43.
Novembre 2011.

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Bibite gelate a mezzanotte
La gara di DAYTONA aveva riservato pochi colpi di scena. A dare qualche momento di tensione, alla squadra FERRARI, fu la consegna  in piena notte, da parte del servizio catering, di bibite gelate al posto di caffè e bevande calde.

Bandini e le corse
Margherita Bandini, moglie del grande pilota romagnolo, così dichiarò durante un'intervista al CORRIERE ROMANO
“Era la sua vita, la sua grande passione. All’inizio era solo un sogno ma credo che Lorenzo abbia avuto la fortuna di fare nella vita ciò per cui era veramente appassionato. E lo ha fatto senza nessun favoritismo, è riuscito anche grazie a questa sua grande costanza e voglia di raggiungere i risultati”.

Il pilota più sfortunato
Amon venne etichettato come tale a causa di svariati ritiri e sconfitte dell'ultimo minuto. Una volta ebbe a dichiarare: "Sfortunato io? Sono sopravvissuto a quegli anni terribili e sono qui a raccontarli. E questa la chiamate sfortuna?".

 

Speciale FERRARI 330 P3 & P4

 

 

 

 

 

L'evoluzione da P3 a P4
Come già raccontato, il prototipo 330 P3/4 vinse alla 24 ore di DAYTONA. Una gara vinta sin dai primi giri.
La vettura rimase semidistrutta durante la 24 Ore di LE MANS del 67. In quell'occasione, alla 330 P3/4 si forò un pneumatico durante la corsa. SCARFIOTTI, che in quel momento era alla guida, tentò di riportarla ai box ma le scintille provocate dal cerchione che strisciava sull'asfalto diedero fuoco ad una perdita d'olio della vettura stessa. La 330 P3/4 si incendiò, il pilota rimase illeso ma la vettura venne quasi distrutta. Quel che ne era rimasto venne acquistato e l'auto restaurata dall'americano James GLICKENHAUS che, ispirandosi proprio ad essa, si fece realizzare dalla PININFARINA la FERRARI P 4/5.

La gara di DAYTONA venne preparata con cura maniacale sia dalla squadra sia dagli stessi due piloti, quest'ultimi si sottoposero a una serie intensa di prove sul triplo ovale americano. In alcune foto dell'epoca si nota che la vernice del musetto, e di altri punti della scocca, era già rovinata durante le stesse prove. In altre si vedono i piloti che, con abiti civili (giacca e cravatta, allora, erano d'obbligo in tutte le occasioni), seguivano personalmente la messa a punto del prototipo FERRARI, segno dell'intenso lavoro preparatorio che non conosceva pause di sorta.
BANDINI era in piena ascesa e il suo talento di pilota lo dimostrava maggiormente nelle gare di durata (Mauro FORGHIERI durante un'intervista televisiva, nda), quelle che il commendatore di Maranello amava di più. Purtroppo a MONTE CARLO, nel Gran Prix, ebbe un drammatico incidente. L'auto prese fuoco, dopo aver sbattuto contro delle protezioni al termine del rettilineo del tunnel (su cui nel 1975 venne costruito l'Hotel LOEWS, oggi Hotel FAIRMONT) che ancora oggi conduce al porto. Dopo tre giorni di agonia, per le ustioni subite, perse la vita

Sulla P4 la sicurezza della vettura era poco curata: mancavano estintori di sorta, la cintura di sicurezza era solo a tre punti e con attacchi non certo di quelli di massima tenuta, il pilota aveva la testa oltre il rollbar del parabrezza.
Curiosità legate al regolamento del 67 per la omologazione di una vettura nel Campionato Sport Prototipi: la presenza di una ruota di scorta (presente anche in assetto corsa) e lo spazio per la presenza di bagaglio nel caso ipotetico che la vettura fosse mai stata omologata alla circolazione su strada. Per questo ultimo dettaglio, i progettisti e i carrozzieri, crearono nella coda della vettura (ai due lati) due spazi delle dimensioni equivalenti a due beauty case (ovvia necessità per i piloti).

Il modello in scala 1/43, una base quasi perfetta
Devo riconoscere che la produzione in grandi numeri, dei die-cast, oggi ha un grado di qualità notevole.
Ne é la dimostrazione questo modello prodotto per la grande distribuzione. La presenza dei numeri di gara e di sponsor di sorta non in versione decal ma stampati a vernice, apre la strada alla creazione di una versione di buona qualità. I numeri sono in duplice colore (neri con bordatura rossa) ma le dimensioni non sono esattamente pari a quelle originali. Le sponsorizzazioni sono ben definite e proporzionate. La maggior parte della elaborazione, é tale perché si completa il modello originale e non si rielabora questo a pro di un'altro modello, é concentrata sul interno dell'abitacolo. Ho completato la verniciatura rossa dei sedili (il tunnel centrale era ricoperto dello stesso materiale dei sedili), la cintura di sicurezza di colore celeste opaco, la strumentazione e lo specchietto retrovisore montato sul rollbar del parabrezza. A proposito del rollbar, questo va dipinto di colore nero opaco.
La fanalatura anteriore é stata smontata e sostituita con altra fotoincisa. Sulle parabole, che ho preso il vizio di chiamare "unghie", sono stati incollati cinque rivetti. Le ruote sono perfette, fin troppo. Le scritte, e la riga sulla spalla di ognuna, sono perfette e superano una qualsiasi realizzazione portata avanti con delle decal.
Il tergicristallo, ovviamente, l'ho prontamente sostituito con uno di tipo fotoinciso. Un ultimo dettaglio che ho inserito é il set di luci che erano presenti sui numeri di gara delle portiere: realizzate in lamierino e incollate tramite vernice a smalto trasparente (due per ogni portiera); non le ho dipinte di bianco per lasciarle più in evidenza.

Galleria race-car pista

Galleria race-car rally

Galleria race-car competizioni varie

Documentazione race-car 

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