NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 – 2016

 

MARINA MILITARE SOVIETICA, TRUPPE DA COMBATTIMENTO

ASSEDIO DI SEBASTOPOLI, 1941 - 1942

Febbraio 2016

 

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 La storia della Marina militare sovietica (Военно-морской флот), a livello modellistico, solo da pochi anni sta interessando e coinvolgendo le aziende nella produzione di figurini storici in scala 1:35 e 1:32.

 A causa della Guerra Fredda per diversi anni, a occidente, non si è minimamente favorita la crescita dell’interesse per le uniformi dell’Armata Rossa; conseguentemente le produzioni di figurini pertinenti l’argomento sono state molto scarse.

 La documentazione biografica, storica e uniformologica delle truppe da combattimento della Marina militare sovietica, è ancora oggi di non facile reperibilità e i siti web russi, essendo scritti in cirillico, sono rimasti per un buon decennio oggetti incomprensibili di cui si poteva solo vedere le foto.

 Questo articolo, partendo dall’assedio di SEBASTOPOLI, nel 1941, ha lo scopo di raccogliere le informazioni uniformologiche relative alla Marina militare sovietica che, nel tempo, ho a mia volta rintracciato sia su testi cartacei sia su pagine web opportunamente tradotte (non da me ovviamente ma tramite traduttori on-line).

 

 

 

      

Le tre foto mostrano varie uniformi indossate dai marinai sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale: a sinistra tenute di servizio di colore blu e sotto la classica maglia a righe bianche e azzurre, quello sulla sinistra della foto dovrebbe essere un sottufficiale visto che è armato di pistola. Al centro sempre uniformi di servizio e anche su queste non sono presenti le spalline che permetterebbero di identificare il grado; il soggetto sulla destra indossa l’elmetto cosa quanto mai rara tra i marinai. A destra marinai insieme ad altri militari di cui non si riesce a identificare la specialità, l’uniforme della Marina militare è bene distinguibile e qui rappresentata nella sua composizione classica (pantaloni neri e camiciotto blu scuro)

 

 

 

CENNI STORICI

 Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la divisa dell'Armata Rossa, così come già descritta con i suoi accessori in un mio precedente articolo, fu utilizzata anche da truppe della Marina militare sovietica, sbarcate dalle unità navali ed impiegate in combattimento a terra o sui litorali, a fianco delle truppe di fanteria ordinarie di fanteria.

 Questo personale di mare, pur dovendo indossare per necessità uniformi kaki dei reparti dell'esercito, mantenne in uso i vari capi di abbigliamento che erano da questi utilizzati a bordo delle navi.

 Ovviamente questi capi erano spesso indossati in sostituzione della camicia d'ordinanza della fanteria; l’esempio facilmente verificabile è l’uso dell'accollata maglietta a strisce orizzontali bianche e blu, tipica degli appartenenti ai ranghi della marina di molte nazioni.

 Il personale della Marina militare era impiegato come truppa di fanteria in quanto che i natanti, durante i periodi invernali, erano bloccati nei porti a causa dei ghiacci. Si aggiunga che nei primi due anni del conflitto contro la GERMANIA, dal 1941 al 1943, buona parte della flotta sovietica fu affondata dal nemico.

 Molti di questi marinai. divenuti repentinamente fanti, furono quindi inviati in zone di combattimento terrestre e, a causa del mancato addestramento a tale tipo di combattimento, molti di loro furono letteralmente decimati.

 I Marinai della flotta del BALTICO affiancarono i fanti nella difesa di LENINGRADO, mentre molto del personale imbarcato sulla flotta del MAR NERO partecipò all’assedio di SEBASTOPOLI, nel corso della campagna per la conquista della CRIMEA, condotto dal generale tedesco von MANSTEIN nel 1941.

 Il 14 novembre di quell'anno i Tedeschi posero sotto assedio SEBASTOPOLI; la fortezza navale era difesa da 120.000 militari sovietici, al comando del generale PETROV, oltre che dalla flotta del MAR NERO, agli ordini dell'ammiraglio OKTYABRSK.

 La città fu espugnata il 3 luglio 1942 dai 200.000 uomini della WHERMATCH, i quali avevano iniziato un poderoso attacco il 2 giugno 1942, destinato al successo grazie anche all'impiego massiccio della LUFTWAFFE. Dal mare, unità della marina tedesca, nel frattempo, avevano impedito ogni tipo di rifornimento alla città assediata. A queste azioni navali nel MAR NERO parteciparono anche imbarcazioni italiane della DECIMA MAS (1).

 

  

Nelle due foto sopra, serventi in fase di esercitazione. Le due immagini probabilmente sono state scattate durante delle esercitazioni e per ragioni di propaganda. La pulizia delle uniformi fa supporre che non fossero state scattate sotto il fuoco nemico.

 

  

Altre due scatti a pro della propaganda, il fatto che tutti indossassero la “pizza” in pieno combattimento è quanto mai arduo visto che l’avrebbero persa nel correre.

 

Foto in pieno inverno, probabilmente durante un’esercitazione si prendono una pausa per riposarsi e fumarsi una sigaretta. Sulla sinistra un commissario politico facile da riconoscere visto che è l’unico che indossa il cappotto.

 

  

L’ufficiale a sinistra, capitano di 3° rango, indossa un giaccone invernale in ottima pelle nera insieme a pantaloni dello stesso materiale, anche qui niente spalline perché i gradi sono riportati sulle maniche. A destra il Generale Ivan Petrov durante l’assedio di Sebastopoli.

 

 

 

ASSEDIO DI SEBASTOPOLI

 Secondo il Generale Erich Von MANSTEIN, uno dei protagonisti dell’OPERAZIONE BARBAROSSA, la penisola della CRIMEA poteva essere aggirata evitando quindi una posizione di stallo che avrebbe richiesto solo uomini – mezzi e fatto perdere tempo prezioso nell’avanzare tedesco visto che con l’autunno tutta l’operazione avrebbe subito un brusco rallentamento. HITLER non volle sentire ragioni, convinto che era necessaria una plateale azione militare.

 Furono quindi inviati numerosi cannoni dai calibri sempre maggiori, fino ad arrivare all’impiego del cannone su rotaia “DORA”. Il cannone aveva dimensioni spropositate, sparava calibri da 800 mm con un peso di 7 tonnellate e aveva una stazza complessiva di 1350 tonnellate.

 Considerata un’opera d’ingegneria meccanica e balistica fuori misura, il suo impiego ebbe spesso pochi effetti distruttivi che alle volte erano compensati da qualche effetto propagandistico sugli avversari.

 Ciò che sortì qualche concreto effetto furono i ripetuti bombardamenti della LUFTWAFFE ma che solo in parte spezzarono al resistenza sovietica.

 I continui assalti della fanteria dell’HEER erano altrettanto fermati dalla resistenza della fanteria e soprattutto dai marinai sovietici. Questi ultimi, pur se inesperti nella guerra corpo a corpo, si dimostrarono coraggiosi fino a gesti estremi come un assalto notturno condotto con solo baionette e bombe a mano.

 Dopo duecentocinquanta giorni di assedio a SEBASTOPOLI, nel maggio del ’42, Von MANSTEIN iniziò l’operazione “TRAPPENJAGD” che culminò a giugno con una manovra supportata da attacchi a martello della LUFTWAFFE e l’impiego di sette divisioni di fanteria più una divisione di mezzi corazzati. La città cadde consegnando ai Tedeschi un enorme numero di prigionieri (90.000 circa). Il Generale Von MANSTEIN fu insignito del grado di Generalfeldmarschall. Per celebrare la vittoria, l’Alto Comando tedesco fece produrre uno scudetto commemorativo che i reduci dell’assedio avrebbero poi portato sulla manica sinistra della giubba.

 Il Generale Ivan PETROV era il comandante militare della guarnigione costiera che ebbe in carico di difendere le diverse postazioni costiere. Ebbe in carico un compito molto arduo rispetto all’estensione costiera da difendere e con un numero insufficiente di uomini.

 Gran parte della sconfitta, sotto il punto di vista strategico, è stata attribuita al Generale Lev MEKHLIS, amato da STALIN ma, pare, poco competente in materia militare al punto che considerava il trincerarsi, durante l’assedio, un atto di disfattismo.

 Lo stesso STALIN usò parole dure nel criticare il suo scarso operato quale responsabile dello STAVKA: …sembra che non hai ancora capito che Ti abbiamo inviato al fronte di Crimea non come un revisore dei conti del governo, ma come rappresentante responsabile dello Stavka.

 Solo nel 1944 la città di SEBASTOPOLI e l’intera penisola furono riconquistate dall’ ARMATA ROSSA. Tra i primi a issare le bandiere rosse, ovviamente, vi furono le truppe della Marina militare.

 

  

Foto si presume siano state scattate durante l’assedio di Sebastopoli. Pur se i rifornimenti navali riuscirono a giungere per tutto il periodo dell’assedio, la maggior parte di questi erano armi e munizioni mentre il cibo fu molto scarso al punto che negli ultimi giorni del luglio ’42 si verificarono dei casi di cannibalismo.

 

      

Il giaccone invernale, in panno nero, resta uno dei capi che più identificava il marinaio russo di allora. A Sinistra, uno dei personaggi più famosi dell’assedio di Sebastopoli, Fyodor Vidmira.

 

 

CAPI DI ABBIGLIAMENTO e UNIFORMI

 

Camicia o blusa di flanella (РУБАХА ФЛАНЕЛЕВАЯ)

 Introdotta per ordine RVSR dal 27 Ottobre, 1921 e confermata dalla Marina Militare dell’Armata Rossa nel 1934. Camicia di flanella o di panno di flanella di colore blu scuro con un ampio colletto. Il colletto era in un solo pezzo senza cuciture. Era possibile fissare con i pulsanti, interni a clip, la parte di finitura in blu scuro con tre strisce bianche. I polsini erano generalmente a  tubi con due bottoni per polsino. I bottoni potevano essere in legno oppure in metallo.

 

Pantaloni (БРЮКИ)

 Introdotto per ordine RVSR dal 27 Ottobre, 1921. Il modello di pantaloni fu confermato nel 1925, successivamente dalla Marina Militare Sovietica nel 1934.

 

Sacca porta maschera e maschera (ПРОТИВОГАЗ БН С МАСКОЙ)

In tela di cotone ritorto in vari colori con chiusura a fibbia e due tasche laterali con automatici o bottoni in legno.

 

Elmetto acciaio NL-40 (СТАЛЬНОЙ ШЛЕМ СШ-40)

 Questo tipo di elmetto fu derivato da un modello NL-36 che aveva visiera e cresta protettiva.

 

  

Foto delle truppe nella loro operatività in mare. Nella foto di destra, vicino a un marinaio seduto a sinistra pare esservi un altro marinaio da giovanissima età. La mancanza di uomini, durante l’assedio, impose l’arruolamento anche di giovanissimi.

 

  

Foto per la propaganda che mostrano le tenute estive e quelle invernali che comprendevano dei pastrani per proteggere dalla pioggia.

 

  

La guerra è finita. A sinistra la liberazione di Sebastopoli e, a destra, marinai in visita a Berlino.

 

 

 

Note

(1) La flottiglia italiana era composta da otto MAS, sei sommergibili, sei motoscafi siluranti e cinque barchini esplosivi. Al comando del capitano di fregata Francesco Mimbelli, la rappresentanza, esigua ma efficace, della nostra Regia Marina, era giunta in maggio in zona d'operazioni. A partire dal 4 giugno del 1942, con azioni proseguite fino all'agosto dello stesso anno, le imbarcazioni della DECIMA MAS colarono a picco due motonavi, tre sommergibili ed un incrociatore. Mimbelli, per un'azione precedente, avvenuta nel mare di Creta, ove si scontò con una squadra inglese, essendo al comando della torpediniera LUPO, fu decorato con Medaglia d'Oro al Valor Militare. 

 

 

 

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